Scoperta una "piazza dello spaccio" nello storico rione San Cristoforo di Catania. L'attività, secondo quanto hanno messo in luce i carabinieri nel corso di un blitz con 22 ordinanze, fatturava 10mila euro al giorno. Dieci persone finiscono in carcere, sette ai domiciliari, mentre per altri cinque è stato disposto l'obbligo di dimora.
Nell'ambito della stessa operazione, denominata Concordia, militari dell'Arma hanno disarticolato anche un gruppo specializzato nella vendita 'a domicilio' di cocaina e crack che veniva consegnata ai 'clienti' su 'ordinazione' utilizzando dei pusher motorizzati. A gestire l'attività nella zona di via della Concordia era un 56enne agli arresti domiciliari aiutato dal suocero e dalla moglie: in un video girato dai carabinieri si vede la donna con in braccio un bambino piccolo mentre aiuta il marito a raccogliere una busta contenente droga.
Tra gli indagati anche due tassisti che rivendevano la cocaina ai clienti di un locale notturno. Dalle indagini è emersa la presenza di un altro gruppo, attivo nella zona della stazione ferroviaria, che vendeva la droga soltanto con la tecnica del 'domicilio', consegnando la cocaina a casa dei 'clienti' o in posti con loro concordati.
Dieci degli indagati risultati percettori di reddito di cittadinanza saranno segnalati all'Inps per la sospensione del beneficio. L'inchiesta della Dda si è conclusa in tempi brevi: l'informativa finale dei carabinieri è stata depositata a fine maggio del 2020 e la richiesta cautelare è stata avanzata dalla Procura al Gip il mese successivo.
LE INDAGINI
La piazza di spaccio Catanese, con sede nell’intersezione fra via Concordia e via Cordai è stata monitorata dagli investigatori durante gli accertamenti effettuati tra novembre 2019 e marzo 2020, attraverso un sistema di videoripresa. Era diretta da Michele Balsamo, con l’aiuto della moglie Angela Sapuppo - ripresa dalle telecamere mentre con un bambino in braccio collabora attivamente il marito nel recupero di una busta contenente stupefacente - del suocero, Francesco Sapuppo, e di altri affiliati con i classici compiti di pusher e di vedette. Si occupava della gestione del traffico di stupefacenti, principalmente cocaina, garantendo centinaia di cessioni giornaliere per un introito medio stimato intorno ai 10 mila euro al giorno.
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