"Profondo rosso". Si potrebbe titolare così il sesto parossismo che l'Etna, il "Tetto vulcanico d'Europa", ha regalato ieri sera al popolo dei fotografi, degli appassionati e soprattutto agli studiosi dell'Ossevatorio etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che in questo giorni sono al centro dell'attenzione giornalistica internazionale che li interroga per cercare di capire cosa sta accadendo e il perché di questa eccezionale vitalità del vulcano.
Ieri sera a partire dalle 19 gli strumenti hanno cominciato a registrare un incremento dell'attività stromboliana (cioè esplosiva) nel cratere di Sud-Est (CSE) dove da ben due bocche sono cominciate a uscire spettacolari fontane di lava di diverse centinaia di metri, con emissione di immense nuvole di materiale piroclastico (cenere e lapilli), che si sviluppava per chilometri e poi disperso dal vento.
Uno spettacolo visibile a occhio nudo da ogni dove perfino da Malta e dalla Calabria. Adesso l'attività al CSE è cessata, rimangono attive le colate laviche nel settore di Sud Ovest e nell'area orientale.
Spiegano dall'inge: "Per quanto riguarda l'ampiezza media del tremore vulcanico, dopo una fase di incremento fino a valori molto elevati, alle ore 21.20 ha mostrato un repentino decremento raggiungendo il livello medio, dove tuttora permane. La sorgente del tremore è localizzata nell'area del CSE ad una profondità di circa 2900 m sopra il livello del mare. Contestualmente, anche l'attività infrasonica ha subito una brusca diminuizione sia nel tasso di accadimento che nell'energia degli eventi, che risultano localizzati al CSE".
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