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Nuova eruzione dall'Etna, la sesta in otto giorni: colonna di lapilli per chilometri sopra al vulcano

(foto di Mario Pafumi)

"Profondo rosso". Si potrebbe titolare così il sesto parossismo che l'Etna, il "Tetto vulcanico d'Europa", ha regalato ieri sera al popolo dei fotografi, degli appassionati e soprattutto agli studiosi dell'Ossevatorio etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che in questo giorni sono al centro dell'attenzione giornalistica internazionale che li interroga per cercare di capire cosa sta accadendo e il perché di questa eccezionale vitalità del vulcano.

Ieri sera a partire dalle 19 gli strumenti hanno cominciato a registrare un incremento dell'attività stromboliana (cioè esplosiva) nel cratere di Sud-Est (CSE) dove da ben due bocche sono cominciate a uscire spettacolari fontane di lava di diverse centinaia di metri, con emissione di immense nuvole di materiale piroclastico (cenere e lapilli), che si sviluppava per chilometri e poi disperso dal vento.

Uno spettacolo visibile a occhio nudo da ogni dove perfino da Malta e dalla Calabria. Adesso l'attività al CSE è cessata, rimangono attive le colate laviche nel settore di Sud Ovest e nell'area orientale.

Spiegano dall'inge: "Per quanto riguarda l'ampiezza media del tremore vulcanico, dopo una fase di incremento fino a valori molto elevati, alle ore 21.20 ha mostrato un repentino decremento raggiungendo il livello medio, dove tuttora permane. La sorgente del tremore è localizzata nell'area del CSE ad una profondità di circa 2900 m sopra il livello del mare. Contestualmente, anche l'attività infrasonica ha subito una brusca diminuizione sia nel tasso di accadimento che nell'energia degli eventi, che risultano localizzati al CSE".

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