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Anziana guarita dal Covid ad Acireale ringrazia i medici: "Non ricordo i volti, ma i vostri occhi sì"

"Grazie! È una piccola parola, ma detta con il cuore, che aiuta a fare sempre meglio il nostro lavoro. Io voglio ringraziarvi, dal profondo del mio cuore, per la vostra professionalità e per l'interesse personale che mi avete mostrato. Siete uno staff straordinario. Grazie a tutti i medici, le psicologhe, gli infermieri, i terapisti e gli ausiliari. Non ricordo i nomi di tutti voi, ma ricordo i vostri occhi che mi davano sicurezza e coraggio". Sono le parole che una paziente di settant'anni, dopo aver vinto la sua personale battaglia contro il Covid, ha affidato a una lettera rivolta al personale dell'UOC di Medicina Fisica e Riabilitativa dell'Ospedale di Acireale.

Nel febbraio scorso il ricovero in ospedale per avere contratto il Covid e il trasferimento presso il reparto diretto dal dottor Biagio Papotto, dove ha iniziato il suo trattamento riabilitativo durato 25 giorni. Oggi sta bene ed è tornata a casa.

La struttura, unica di questo tipo in Sicilia in un ospedale pubblico, è dotata di 16 posti letto per ricoveri ordinari e garantisce le cure a pazienti con concomitanti patologie ortopediche, neurologiche o insufficienza respiratoria Sars-Cov 2 correlata. Oltre 50 i pazienti ricoverati nel corso dei tre mesi di conversione del servizio. Attualmente sono 14.

"La maggior parte dei pazienti trattati - spiega Papotto - è costituita da anziani. Spesso dopo la fase acuta, che ha richiesto l'ospedalizzazione in reparti di malattie infettive o terapia intensiva, è stato necessario assistere molti di loro anche per le attività primarie di vita quotidiana, come semplicemente lavarsi, vestirsi, alimentarsi, camminare. È stato di grande importanza anche l'intervento quotidiano degli psicologi e degli psicoterapeuti. A tre mesi dall'apertura del servizio, ritengo che la scelta operata dai vertici aziendali d'intesa con le istituzioni regionali e il commissario per l'emergenza Covid sia stata una scelta lungimirante, che abbiamo accolto come scommessa professionale a tutela delle persone più fragili".

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