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Etna, flussi lavici non alimentati: i fronti sono in raffreddamento

I flussi lavici messi in posto durante l’ultima fontana di lava dal cratere di Sud Est dell’Etna non sono più alimentati e i fronti sono in raffreddamento.  L’ampiezza media del tremore vulcanico si mantiene su valori medi e l’attività infrasonica è bassa.

I segnali delle stazioni di monitoraggio delle deformazioni del suolo non mostrano variazioni significative. Lo rende noto l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo, di Catania.

Rimane comunque l'emergenza cenere dopo un mese di eruzioni, come evidenzia Coldiretti: "Si allunga il conto dei danni dopo oltre un mese di spettacolari eruzioni dell'Etna che hanno riversato cenere e lapilli nelle campagne, dove sono stati danneggiati vivai di piante e fiori, ortaggi così come gli agrumi, graffiati dalla potenza della sabbia Nelle campagne è calamità con danni spesso irreparabili alle coltivazioni, ai quali si aggiungono i disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo o alla pulizia delle strade rurali".

"In molte zone - conclude l'associazione - la terra è stata sommersa da una coltre nera. Per pulire le strutture e le coltivazioni serve tempo, acqua e quindi l'impiego massiccio di manodopera. Siamo di fronte a dei cambiamenti anche del vulcano e quindi bisogna avviare anche un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc".

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