Il tampone obbligatorio a chi rientra in Sicilia da Spagna e Portogallo: il provvedimento regionale c’è, già da quattro giorni, ma finora è applicato solo all’aeroporto di Palermo, mentre a Catania, per passare dalla teoria alla pratica, bisognerà attendere un’altra settimana, se tutto va bene. Lo scrive Andrea D’Orazio in un articolo pubblicato stamattina dal Giornale di Sicilia.
L’ultima ordinanza in materia di prevenzione epidemiologica firmata dal presidente Nello Musumeci, è datata 7 luglio 2021 e prevede che coloro che arrivano in Sicilia dalla Spagna o dal Portogallo, o che rientrano dopo aver transitato o soggiornato in questi Paesi nelle due settimane antecedenti il ritorno nell’Isola, una volta atterratati o sbarcati sul territorio sono obbligati al tampone. La regola, pensata per arginare la variante Delta, vale per tutti i passeggeri, anche per chi, in ottemperanza alle direttive nazionali, si è imbarcato all’estero con test Covid effettuato 48 ore prima dell’ingresso in Italia o ha completato il ciclo vaccinale ed è in possesso di green pass oppure è già guarito dall’infezione: con o senza questi documenti alla mano, dunque a prescindere dai controlli delle compagnie aeree e di navigazione e dal modulo di certificazione digitale compilato prima della partenza, chi arriva nell’Isola deve essere controllato.
Ma a Catania la regola non è stata ancora applicata, semplicemente perché all’aeroporto di Fontanarossa - che in Sicilia vanta il maggior traffico da Spagna e Portogallo - non c’è nessuno che fa i tamponi, come segnalato proprio al Giornale di Sicilia da alcuni passeggeri atterrati nello scalo etneo. Lo confermano anche fonti fonti ufficiali, come si legge nell’articolo di D’Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola oggi.
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