«Sono vicino alle popolazioni della Sicilia colpite dal maltempo». Lo ha detto il Papa all’Angelus. Il Pontefice ha ricordato anche la difficile situazione creatasi in Vietnam a causa delle inondazioni provocate dalle piogge violente ed ha esortato a «non abbandonare» Haiti, preda di una terribile crisi sanitaria e umanitaria.
In concomitanza con l’avvio a Glasgow del vertice delle Nazioni Unite sul clima, Cop26, Papa Francesco ha lanciato un invito affinché sia «ascoltato il grido della Terra e dei poveri». Parlando al termine della recita dell’Angelus, Bergoglio ha chiesto di «pregare affinché sia data speranza concreta alle generazioni future».
«La Parola del Signore non può essere ricevuta come una qualsiasi notizia di cronaca: va ripetuta, fatta propria, custodita, va ruminata», ha detto Papa Francesco nel corso dell’Angelus della domenica, da Piazza San Pietro, a Roma. Il Vangelo di oggi «racconta di uno scriba che si avvicina a Gesù e gli domanda: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù risponde citando la Scrittura e afferma che il primo comandamento è amare Dio, da questo poi, per naturale conseguenza, deriva il secondo: amare il prossimo come sè stessi», ha ricordato il Santo Padre. «Lo scriba ripete la parola di Gesù perché la parola di Dio deve risuonare e riecheggiare dentro di noi», ha detto Papa Francesco. «Il Signore non cerca tanto abili commentatori delle scritture, cerca cuori docili che accogliendo la sua parola si lascino cambiare dentro. Ecco perché è così importante familiarizzare con il Vangelo, averlo sempre a portata di mano. Appassionarsi. Quando lo facciamo Gesù ci entra nel cuore. Così ognuno di noi può diventare una traduzione vivente e originale della parola che Dio ci dona», ha concluso il Pontefice prima della recita della Preghiera dell’Angelus.
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