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Aumenta il costo della refezione scolastica comunale: scoppia la protesta a Bronte

Scuola primaria e dell'infanzia "Nicola Spedalieri" - I Circolo didattico Bronte

Protesta dei genitori per l’aumento di 50 centesimi a pasto sulla refezione scolastica comunale a Bronte dal 2022, che così per il pranzetto di ogni bambino dovranno pagare 3,09 euro. L’assessore alla Pubblica istruzione, Alessia Capace, ha replicato: «Si tratta di un adeguamento Istat di tariffe risalenti a 12 anni fa, da allora sono aumentate molte voci di costi, a cui si sono aggiunti quelli causati dalla pandemia. Per il nuovo anno scolastico, valuteremo di ridurre la quota a carico delle famiglie».

A conti fatti, per ognuno dei circa 400 bambini di materne e primarie fruitori della refezione giornaliera, la retta pagata dai genitori aumenterà di 54 centesimi, passando da 2,55 a 3,09 euro (pari al 60 per cento del costo) mentre il contributo a carico del comune salirà da 1,69 euro a 2,07 (rimanente 40 per cento), su un prezzo totale che da 4,24 euro passerà a 5,16 a pasto, dal prossimo gennaio.

«È così - ha confermato l’assessore -, l’ho spiegato io stessa ai genitori, durante l’incontro avuto in questi giorni per la presentazione della piattaforma digitale di prenotazione e pagamento della refezione. Preciso che per tutto il 2021 il costo a carico delle famiglie sarà sempre di 2,55 euro, l’aumento scatterà da gennaio 2022 in esito alla nuova gara e, ovviamente, in proporzione al ribasso che sarà offerto».

L’assessore Capace ha continuato: «L’adeguamento Istat è stato fatto a ottobre, sulla base di una relazione dell’ufficio tecnico del comune, in vista della gara di affidamento del servizio. La percentuale a carico delle famiglie, invece, era stata già confermata a maggio, nella misura degli anni precedenti».

Ciò non toglie, tuttavia, che in futuro l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pino Firrarello, non possa tornare in argomento e rivedere le percentuali di compartecipazione delle famiglie. Sul punto l’assessore Alessia Capace ha concluso: «Facendo tesoro del vivace dibattito sui social e non solo, a volte genuino devo dire e in altre strumentale, ma soprattutto dell’esperienza dei Servizi sociali, ho già proposto al sindaco di valutare, per il successivo anno scolastico, una riduzione della quota a carico delle famiglie, tenendo conto delle esigenze di bilancio».

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