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L'accoglienza dei minori: magistrati europei studiano il modello del Nodo di Catania

Foto di gruppo durante l'incontro presso la struttura del Consorzio Il Nodo di Catania

Migliorare il sistema di prima accoglienza dei minori non accompagnati in Europa. Questo l’obiettivo della visita a Catania di una delegazione composta da undici tra magistrati e funzionari degli uffici di magistratura provenienti da Italia, Svezia, Spagna e Francia, che hanno scelto il Consorzio Il Nodo di Catania, come prima tappa italiana per avviare una serie di visite studio, programmate nei quattro paesi europei che partecipano al progetto Europrom (European union protection of unaccompanied minors) con la Francia paese capofila. Ad accompagnare la delegazione, sono stati i magistrati italiani Teresa Iodige, della direzione generale del Dipartimento per gli Affari di Giustizia internazionali e Cooperazione internazionale e Giuseppe Vinciguerra del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.

«È una study visit di un progetto che prevede prima un‘analisi della problematica relativa ai minori non accompagnati in tutti i Paesi dell’UE – ha spiegato Teresa Iodige – e poi l’elaborazione di un modello che metta insieme le migliori prassi». Il progetto complessivamente prevede 4 visite studio. Dopo l’Italia la delegazione si sposterà, infatti, in Spagna, Svezia e infine, in Francia.
La Sicilia, al centro del Mediterraneo, che accoglie ogni anno migliaia di minori non accompagnati, non poteva che essere la prima tappa.

«I colleghi europei – ha aggiunto la dottoressa Iodige – sono stati molto colpiti dall’attività portata avanti dal Consorzio, utilizzando al meglio i fondi Fami. Hanno apprezzato l’organizzazione, la dedizione e l’entusiasmo degli operatori». «Per noi – ha commentato il presidente del Consorzio Il Nodo, Fabrizio Sigona – è un motivo di orgoglio essere stati scelti come esempio di best practice. Abbiamo fatto visitare i locali, l’orto curato dai nostri ospiti realizzato nella sede di Villa Santa Maria degli Angeli, le aule in cui i ragazzi imparano i primi rudimenti della lingua italiana». Erano presenti all’incontro anche Maria Rizzo, consigliere d’amministrazione, l’avvocato Angela Pennisi, lo psicologo Gabriele Spina. Dopo la visita della struttura, è seguito il dibattito sulle attività e le dinamiche di integrazione dei richiedenti asilo, cui ha partecipato anche Federica Nicolosi, dirigente area immigrazione della prefettura di Catania, in rappresentanza del ministero dell’Interno.

Il Consorzio il Nodo gestisce la prima accoglienza nell’ambito dei progetti Fami, finanziati dal ministero dell’Interno, con strutture ad alta specializzazione in cui i minori sono accolti e poi, oltre a ricevere i beni primari, vengono inseriti in attività di formazione, allo scopo di favorirne l’integrazione e l’autonomia personale e sociale. «Lavoriamo per umanizzare i processi di accoglienza – ha spiegato Sigona – e la nostra prima regola è creare un senso di appartenenza alla comunità, vissuta come “casa”, proprio per alleviare la sofferenza dei ragazzi, lontani dalla propria famiglia. Per questa ragione creiamo piccoli gruppi di ospiti».

La delegazione ha concluso l’esperienza italiana con la visita ad un centro di prima accoglienza di Orvieto, dopo aver partecipato all’incontro organizzato al Tribunale per i Minorenni di Roma, che ha visto il coinvolgimento non solo di magistrati ma anche di esperti, volontari, funzionari della prefettura, del ministero degli Interni. «Tutti gli addetti ai lavori – ha sottolineato la dottoressa Iodige – che hanno potuto offrire, ciascuno per le proprie competenze, una panoramica quanto più completa possibile della nostra legislazione italiana».

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