«Impensabile. Un fatto assurdo». Lo afferma Giancarlo Consoli, capo del X Teparto mobile della polizia di Stato, nel quale Gaetano Rampello, l’assistente capo che ha ucciso a Raffadali (Agrigento) il figlio di 24 anni. «A Catania - dice all’Agi Consoli - era in servizio dal 2001. Mai aveva dato problemi, e di servizi in sede e fuori sede ne aveva fatti tanti. Spesso quando era possibile veniva aggregato alla polizia di Agrigento, essendo lui di Raffadali. Sapevamo dei problemi con il figlio che era in cura psichiatrica e che spesso gli chiedeva soldi. Con lui spesso litigava. Era separato dalla moglie e viveva a Catania: aveva un carattere particolare, ma niente da far presagire un episodio così terribile».
Consoli spiega anche che Rampello in questi giorni era libero dal servizio perché stava usufruendo di alcuni recuperi.
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