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Catania, denunciati 389 furbetti del reddito di cittadinanza: tra loro anche condannati per mafia

Reddito di cittadinanza

Maxi Truffa da 3 milioni di euro sul reddito di cittadinanza a Catania. Carabinieri del comando provinciale di Catania, con la collaborazione dell’Inps, hanno denunciato 389 persone percettori del Reddito di cittadinanza, in gran parte residenti nel popoloso rione di Librino. Tra loro anche 191 con precedenti penali, alcune anche per reati di mafia.

Gli indagati sono accusati di aver ottenuto indebitamente dal 2020 il sussidio con dichiarazioni false e omissive. Tra le irregolarità maggiormente riscontrate dai militari dell’Arma l’avere dichiarato falsamente di essere l’unico componente del nucleo familiare, in modo da potere percepire il reddito nonostante la convivenza con un familiare lavoratore oppure consentire ad altri componenti della famiglia di avanzare richiesta all’Inps per lo stesso sussidio statale.

Tra i destinatari del reddito sono state identificate anche persone che avevano indicato residenze «fittizie» (numerosi cittadini stranieri avevano indicato la stessa abitazione senza averci mai soggiornato) oppure indirizzi corrispondenti ad esercizi commerciali, cavalcavia e aree di campagna. L’importo complessivo riscosso indebitamente è di circa 3 milioni di euro. I denunciati sono stati segnalati all’Inps per l’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, e l’avvio delle necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito.

I controlli hanno interessato 862 cittadini per lo più residenti a Librino. Tra i casi irregolari emersi quello di una famiglia di 4 persone i cui componenti avevano presentato tutti, singolarmente, la richiesta di reddito di cittadinanza omettendo di dichiarare l’esatta composizione del loro nucleo familiare: risultando formalmente «da soli» a casa erano riusciti ad ottenere il sussidio, dal 2020 al 2022, per 18.496,75 euro. Alcuni cittadini romeni avevano utilizzato lo stesso indirizzo pur non avendovi mai soggiornato. Alcuni indirizzi, inoltre, corrispondevano a quelli di Istituti Penitenziari nei quali, in passato, alcuni indagati attualmente liberi erano stati detenuti. Infine, tra i destinatari del reddito di cittadinanza, sono state individuate anche persone sottoposte agli arresti domiciliari, lavoratori «in nero» impiegati specialmente nel settore dell’edilizia e 41 stranieri che hanno dichiarato falsamente di essere residenti in Italia da più di dieci anni.

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