Dalle arance alle olive, dai limoni agli ortaggi fino al ritorno dell’abigeato, è far west nei campi dove si moltiplicano furti e razzie per un bottino nazionale stimato in 300 milioni di euro all’anno che «finisce sul mercato nero e alimenta i canali dell’abusivismo e dell’illegalità». E’ quanto afferma Coldiretti Sicilia sulla base del rapporto sulla criminalità in agricoltura nell’esprimere preoccupazione per la drammatica sparatoria in un agrumeto ad Acireale, nel catanese, dove sono state uccise due persone. «Gli agricoltori - sottolinea Coldiretti Sicilia - sono vittime di ogni genere di furti, dai prodotti agricoli alle attrezzature fino agli animali con una escalation di fenomeni criminali che colpisce e indebolisce il settore ma mette a rischio anche la salute dei cittadini. Vengono messi a segno raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole. La paura dilaga nei campi dove ci si sta organizzando con ronde e servizi di vigilanza notturni - sottolinea la Coldiretti - ma con il ripetersi di questi fenomeni molti imprenditori si stanno scoraggiando e addirittura non denunciano più le razzie».
Per combattere i furti nelle campagne sono entrate in gioco anche le nuove tecnologie, come l’installazione di sistemi Gps sui trattori e di impianti d’allarme collegati alla centrale dei carabinieri o della Polizia. Anche le telecamere con visione notturna possono rappresentare un sistema utile da applicare. In taluni casi si rendono necessari servizi di scorta e sorveglianza organizzati dagli agricoltori stessi. «In parallelo all’aumento della criminalità nelle campagne - segnala la Coldiretti - si è sviluppata una strategia di contrasto al fenomeno con agricoltori organizzati sui social network per mettere in pratica i consigli dei carabinieri o in gruppi di whatsapp in cui scambiarsi informazioni e allertare gli iscritti in caso di presenze di auto o persone sospette. Una attività che si affianca a quella delle forze dell’ordine impegnate nel pattugliamento delle zone rurali. Si tratta di lavorare - conclude Coldiretti Sicilia - per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando l’utilizzo delle tecnologie per favorire il controllo capillare del territorio e garantire la sicurezza dei cittadini che vivono nelle aree rurali».
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