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Catania, l'Università riapre le immatricolazioni dei corsi a numero chiuso

L'Università di Catania

L’Università di Catania ha riaperto temporaneamente i termini per perfezionare la procedura di immatricolazione di tutti quegli studenti che hanno fatto regolare domanda di inserimento nelle graduatorie senza essere riusciti a sostenere il test per esaurimento delle sessioni disponibili e di tutti coloro che hanno sostenuto il test Toc Cisia omettendo di presentare la domanda di inserimento in graduatoria. Lo rende noto l’Ateneo parlando di un «importante provvedimento riguardante le immatricolazioni ad alcuni corsi a numero programmato locale», adottato «in considerazione della disponibilità di posti residui e delle richieste pervenute da numerosi candidati interessati ad iscriversi al primo anno dei corsi di laurea».

I corsi inclusi nel provvedimento sono le lauree e lauree magistrali a ciclo unico ad accesso programmato in Beni culturali, Filosofia, Lettere, Lingue e culture europee, euroamericane ed orientali, Mediazione linguistica e interculturale, Scienze e lingue per la comunicazione; Economia ed Economia aziendale; Farmacia, Chimica e tecnologia farmaceutiche, Scienze farmaceutiche applicate.

Gli studenti che hanno sostenuto il test Tolc Su, Tolc E e Tolc B, potranno presentare domanda di ammissione e procedere all’immatricolazione tramite il portale studenti Smart_Edu, a partire da domani, giovedì 22 settembre, fino al 3 ottobre. Coloro che hanno invece già presentato domanda di ammissione, senza però riuscire a sostenere il relativo Tolc Cisia, potranno procedere all’immatricolazione tramite il portale studenti Smart_Edu entro il 3 ottobre,a condizione però che sostengano il Tolc entro il 31 ottobre 2022. Tutti gli studenti risultati idonei dopo il superamento del test e l’inserimento della domanda già presenti in graduatoria sono considerati ammessi e potranno pertanto immatricolarsi dal 3 al 10 ottobre 2022.

La Cgil intanto chiede «l’abolizione dei test di ingresso all’università. Tutti gli studenti devono avere la possibilità di accedervi liberamente, senza dover essere costretti a sostenere corsi di preparazione costosissimi e senza sottoporsi a prove selettive improponibili». Lo dice Adriano Rizza, segretario regionale della Flc Cgil Sicilia, «È emblematico il caso del test di medicina - spiega - che in Sicilia è stato superato da meno della metà dei candidati, per la precisione dal 47,6%, mentre a livello nazionale dal 50,8%. Percentuali bassissime, che non possono essere imputate alla responsabilità esclusiva dei candidati. È evidente che il meccanismo non funziona. I test richiedono un livello di preparazione troppo specifico e dettagliato». Per Rizza «non tutte le famiglie possono permettersi di affrontare le ingenti spese che richiedono i percorsi di preparazione alle prove. Questo vale soprattutto al Sud, dove molte famiglie vivono in situazioni di difficoltà economica».

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