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Arrestato a Catania per un delitto in Lombardia: a incastrarlo anche il riconoscimento della compagna

Benedetto Marino avrebbe garantito «una celere e sicura via di fuga» ad uno dei due killer,

In un fermo immagine il momento in cui uno dei killer entra in auto per la fuga

«Sì. È il mio compagno (...) anche se non si vede bene in viso riconosco senza dubbio le fattezze del mio compagno anche dal vestiario». C’è pure il riconoscimento effettuato dalla compagna di Benedetto Marino,  arrestato oggi a Catania e finito in carcere perché avrebbe fatto da «palo» nell’omicidio di Paolo Salvaggio, avvenuto a Buccinasco (Milano) l’11 ottobre 2021, tra gli elementi a carico del 45enne milanese, il quale avrebbe garantito «una celere e sicura via di fuga» ad uno dei due killer, non identificati, che a bordo di un motorino hanno sparato i tre colpi.

La donna, infatti, sentita nelle indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri e coordinate dai pm Sara Ombra e Gianluca Prisco, ha riconosciuto il compagno quando le è stato sottoposto un «frammento» di immagine nella quale si vedrebbe Marino uscire dall’auto, prima del momento in cui avrebbe fatto salire a bordo uno dei due killer, per poi fuggire con lui.
Tra l’altro, nell’ordinanza firmata dal gip di Milano Cristian Mariani ci sono anche intercettazioni telefoniche tra la donna e il compagno nelle quali la prima «conferma ripetutamente di averlo riconosciuto» e lui lo «ritiene perfettamente plausibile». Lui intercettato dice: «Non c’è problema ... io sono qua ... io so tranquillo (...) non ho fatto niente». Anzi, altri elementi dell’indagine dimostrano che avrebbe provato a crearsi un «alibi».

Agli atti anche il «pedinamento virtuale» del motorino usato per l’omicidio e dell’auto. Anche se Salvaggio era ritenuto elemento di spicco della criminalità milanese, con relazioni con la cosca ’ndranghetista dei Barbaro-Papalia e con il clan dei catanesi legato al boss Angelo Epaminonda, al momento non è stato individuato un movente della «esecuzione». È «probabilmente legato a screzi passati - scrive il gip - occorsi durante il periodo di detenzione di alcuni soggetti coinvolti». Le indagini sul punto si stanno concentrando su persone «gravitanti nel cosiddetto circuito di via Fleming a Milano».

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