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San Pietro Clarenza, picchia la moglie e il gip gli impone il divieto di avvicinamento

Ventottenne, avrebbe anche minacciato di dare fuoco alla casa con la giovane consorte dentro

Il tribunale di Catania

Divieto di avvicinamento alla moglie per un giovane di San Pietro Clarenza. La misura è stata chiesta dalla procura di Catania e concessa dal gip. La ragazza vittima dei soprusi  ha 29 anni, il marito 28 ed è accusato di maltrattamenti in famiglia. La misura è stata eseguita dai carabinieri della stazione di Camporotondo Etneo.

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, avrebbero fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dall’uomo nei confronti della moglie. L’attività investigativa dei carabinieri è scaturita  dalle denunce della vittima, con conseguente intervento di pattuglie in due recenti occasioni, su richiesta di quest’ultima in concomitanza con le escandescenze del marito. Quest’ultimo avrebbe posto in essere tale comportamento violento ed aggressivo anche in forza della sua dipendenza da sostanze alcoliche.

L’uomo in particolare, nello scorso mese di agosto e dopo aver pochi giorni prima abbandonato la casa coniugale, avrebbe colpito in più d’una occasione la moglie con schiaffi, calci e pugni, tirandole i capelli e cingendole il collo con le mani come per strangolarla, cagionandole così tumefazioni all’occhio destro e lividi sparsi in tutto il corpo. Sarebbe stato solito agire nei confronti della moglie anche solo con toni denigratori pregni, però, di una tale intensità che avrebbero indotto quest’ultima a pensare di suicidarsi, come lei stessa ha raccontato a una parente, alla quale avrebbe confidato di voler compiere l’insano gesto uccidendosi insieme al proprio cane.

In un'occasione l’uomo si sarebbe recato a casa talmente ubriaco da lasciarsi andare ai propri bisogni fisiologici sulle scale condominiali. Poi avrebbe più volte minacciato la moglie telefonicamente, dicendole che avrebbe dato fuoco alla casa con lei stessa al suo interno. Ma forse le offese più riprovevoli gliele avrebbe rivolte allorquando, in presenza di altre persone, l’avrebbe umiliata come donna e madre gridandole platealmente «sei fradicia, non sei buona a fare figli!», così alludendo alla sua incapacità alla procreazione in conseguenza di un aborto spontaneo, in cui era incorsa nell’aprile del 2022 mentre si trovava al quarto mese di gravidanza.

Ciononostante, il 28enne, a conferma di una sua ormai perduta coerenza psicologica, avrebbe pedinato la donna nei pressi dell’abitazione, seguendola nei suoi spostamenti in auto e, quindi, lasciandole bigliettini d’amore sul cruscotto, salvo poi recarsi sul luogo di lavoro dello zio della 29enne, dove si sarebbe lamentato con quest’ultimo del fatto che lei avrebbe intrattenuto contemporaneamente più relazioni extraconiugali.

Il provvedimento impone al marito violento  il divieto di avvicinamento alla persona offesa a meno di un chilometro, nonché di avvicinarsi ai luoghi solitamente frequentati dalla ragazza.

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