Secondo i calcoli dell'Osservatorio etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), sono stati quasi 3 milioni di metri cubi di magma quelli eruttati ieri sera (1dicembre) dall'Etna, nel corso di una delle più spettacolari eruzioni degli ultimi anni.
L'attività di fontana di lava al cratere di sud-est si è conclusa alle 20.35 circa. L'attività eruttiva, nel suo acme, vista e fotografata anche dalla Calabria, ha prodotto una colonna alta sino a circa 6.000 metri, con dispersione nei quadranti nord-orientali del vulcano. Sui social sono arrivate segnalazioni di ricaduta di cenere negli abitati di Fiumefreddo, Calatabiano, Giardini Naxos e perfino Reggio Calabria. La fontana di lava è stata accompagnata da attività effusiva che ha formato due flussi lavici che dal cratere di sud-est si sono propagati in direzione sud ed est.
E la presenza di cenere vulcanica dell'Etna, che si è depositata a causa dei venti provenienti da sud sulla pista dell’'aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria, ha reso necessario l'intervento di due spazzatrici stradali inviate dall’Anas. La cenere, spinta dal vento, aveva infatti coperto anche la pista dell’aeroporto calabrese precludendone l’operatività.
Secondo i vulcanologi dell'Ingv «dal punto di vista sismico, l'ampiezza media del tremore vulcanico, dopo aver raggiunto i valori massimi intorno alle 19.30, ha mostrato un chiaro trend in decremento e alle 21 circa ha raggiunto l'intervallo dei valori medi. Le sorgenti del tremore rimangono confinate nell'area del cratere di sud-est alla profondità di circa 3000 metri sopra il livello del mare. Anche l'attività infrasonica ha mostrato un significativo decremento e intorno alle 20.30 si è quasi del tutto esaurita».
Adesso le popolazioni dei centri colpiti dovranno, come in altre occasioni, fare i conti con la fastidiosa e costosa operazione di pulizia e smaltimento della sabbia vulcanica. Il vulcanologo del Parco dell'Etna, Salvatore Caffo ha commentato: «Ancora una volta abbiamo avuto la possibilità di osservare la Natura nella sua più alta manifestazione: la creazione di nuova crosta e atmosfera. Il privilegio di vivere in un luogo così speciale, meriterebbe un’attenzione adeguata anche per consentire alle future generazioni di non perdere il senso dell’appartenenza alla Terra».
Foto concesse da Alfio Russo
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