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Arcivescovo di Catania: «Nelle associazioni di Sant'Agata non devono esserci indagati»

Le parole di Monsignore Renna in occasione della conferenza stampa per la presentazione del programma 2024 della festa della santa patrona

Festa Sant'Agata

Per far parte delle associazioni agatine che custodiscono un patrimonio di fede bisogna non avere conti in sospeso con la giustizia. L’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del programma della festa di Sant’Agata 2024, detta le regole sugli statuti.

«C'è un mondo di persone con cui camminare - dice l’arcivescovo Renna - le associazioni agatine hanno bisogno di crescere nella concordia e con l’aiuto di regole più certe. Per questo, all’indomani della festa rivedremo gli statuti. Sarà molto importante che l’adesione alle associazioni sia fatta da uomini e donne che si trovino nelle condizioni di essere dei devoti che non hanno conti in sospeso con la giustizia: ci sarà l’autocertificazione come sempre, ma sarà verificata dagli organi competenti e se qualcuno non si trovasse in grado di poter aderire per questi motivi, avrà la bontà di attendere che ritorni in quelle condizioni adeguate al suo stato di associato. Devoti si può essere senza tessera; e si è ancora più devoti se non si mette in imbarazzo l’associazione con la propria presenza».

«C'è il popolo dei devoti delle candelore, con il quale occorre riprendere un dialogo di fede: la candelora è una luce votiva della santa, non è nata per l'esibizione di qualcuno. Non è bene che si stampino magliette con il volto delle persone defunte, anche se giovani: per noi cristiani il suffragio per chi è morto si fa con una messa di suffragio, con la preghiera, con un’opera di carità, con la
visita orante ai nostri cimiteri. Avremo una messa prima dell’uscita delle candelore e sarà in suffragio di tutte quelle persone devote che vorremo ricordare - conclude l'arcivescovo -. Davanti a Sant'Agata non si va danzando con i veli: le ragazze che lo fanno si espongono ad essere oggetto di espressioni di una cultura che le vuole oggetto manipolabili. La devozione vuole che si segua la Santa con il sacco e con la corona del Rosario in mano, non certo danzando».

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