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La violenza di gruppo a Catania: uno degli indagati ha collaborato e fornito informazioni utili a rintracciare gli altri

La tredicenne, vittima degli abusi alla Villa Bellini, è stata soccorso dai passanti di via Etnea. Un legale chiamato a difendere d'ufficio uno dei fermati, ha rimesso il mandato

Uno degli indagati nell’inchiesta sulla violenza sessuale di gruppo su una tredicenne alla Villa Bellini di Catania avrebbe collaborato e fornito riscontri ai carabinieri e alle due Procure, distrettuale e per i minorenni. È un egiziano che avrebbe dato indicazioni per identificare gli altri suoi connazionali che sono stati poi fermati. La vittima, secondo quanto si è appreso, avrebbe riconosciuto uno degli aggressori.

Secondo quanto ricostruito sulla dinamica della violenza, la ragazzina era assieme al fidanzato, di 17 anni, quando il «branco» li ha avvicinati e li ha aggrediti. Il diciassettenne è stato immobilizzato e bloccato con la forza, mentre due degli aggressori hanno abusato con violenza della minorenne. Gli altri cinque li stavano guardando, impedendo ad altri di avvicinarsi.

Dopo la violenza, la ragazzina è stata soccorsa da alcuni passanti. Si è accasciata a terra per la violenza subita, piangendo per il dolore e lo choc, con accanto il suo fidanzato, anche lui in lacrime. Ad accorgersi di loro e a prestare i primi aiuti sono stati dei passanti della trafficatissima e centralissima via Etnea, in questi giorni affollata anche di devoti di Sant'Agata, Patrona di Catania, che il proconsole Quinziano fece martirizzare, facendole strappare anche il seno con delle tenaglie, perché si rifiutò di sposarlo. La fece arrestare e mettere in prigione denunciandola come cristiana.

Sono stati dei passanti a chiamare i carabinieri che sono intervenuti per avviare le indagini. I militari dell’Arma hanno raccolto la testimonianza dalla ragazzina e hanno avviato gli accertamenti. Sull'accaduto sono state aperte due inchieste e sono stati emessi i fermi dalla Procura distrettuale, con il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo, e da quella per i minorenni, diretta dalla procuratrice Carla Santocono. I magistrati hanno disposto accertamenti tecnici sui cellulari sequestrati agli indagati. Si cercano contatti ed eventuali video nei loro smartphone e per accertare a quale «cella telefonica» erano agganciati quando è avvenuta l'aggressione, alle 19.30 circa dello scorso 30 gennaio. Agli atti delle due inchieste confluiranno anche le immagini registrate dai sistemi di sorveglianza presenti nel giardino comunale e nella zona esterna, anche di privati. I carabinieri del nucleo Investigativo e della sezione investigazioni scientifiche hanno raccolto anche diverse tracce biologiche per essere poi comparate con il Dna degli indagati.

Intanto, ha rimesso il mandato uno dei legali delle sette persone fermate per la violenza sessuale di gruppo a una 13enne nella Villa Bellini di Catania. L’avvocato Giovanni Avila ha ritenuto di non accettare l’incarico, che gli era stato affidato d’ufficio, di difendere un minorenne che è tra i fermati. Il penalista ha già notificato la sua decisione ritenendo di «non poterla accettare, non sussistendo i profili per assumere l’incarico».

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