Nasce in Sicilia, torna su un barcone a Pantelleria dopo 21 anni ma viene espulsa. Il legale contesta: «Diritti negati»
Ha tentato di raggiungere la madre rimasta in Sicilia, dove è nata 21 anni fa, sbarcando con un barcone a Pantelleria, ma ha avuto notificato dalla questura di Trapani un decreto di espatrio sei giorni dopo il suo arrivo il 25 agosto del 2023. Contro questo provvedimento il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera (nella foto), ha presentato un ricorso alla sezione migranti del giudice di pace di Catania che lo ha respinto dichiarandosi incompetente per territorio. Decisione che è stata impugnata dalla difesa, con udienza fissata davanti alla prima sezione del Tribunale civile, presieduta dal giudice Rosario Maria Cupri, per lunedì prossimo, 19 febbraio. Per l’avvocato Lipera in questo caso «è giusto parlare di Ius soli» per una giovane, sottolinea, «figlia di due genitori tunisini che si erano trasferiti a Catania, in possesso di regolari visti e permessi, nel 2000». Tre anni dopo nel capoluogo etneo è nata Sarah. «La fattispecie concreta in cui lei si trova - scrive il legale nelle note depositate nella cancelleria del Tribunale - non è disciplinata da alcuna norma, perciò va risolta col buon senso». L’avvocato Lipera nei mesi scorsi ha anche scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo «al governo italiano di concedere la cittadinanza italiana a Sarah, come fatto con la piccola Indi Gregory», la piccola inglese affetta da una grave malattia mitocondriale che i genitori avevano chiesto di trasferire in Italia per provare a curarla. «Sarah - osserva il legale - è nata a Catania, dove ha lasciato la mamma e tre fratelli, soltanto perché è stata rapita dal padre. La madre l’ha aspettata per anni, tentando invano, purtroppo, tutte le strade per farla tornare già da minorenne. La ragazza ha tentato innumerevoli volte di ricongiungersi alla amata madre, ma le macchinazioni burocratiche del nostro Ordinamento gliel’hanno sempre impedito». Per questo, ricostruisce il legale, «è stata costretta a raggiungere Catania, la mamma e i fratellini, con un gommone, dopo un viaggio di quattordici ore, per colpa della burocrazia del nostro Paese». «Adesso - aggiunge - è finalmente tornata a casa propria, con la sua mamma e i suoi fratelli: né politica né diritto possono permettersi di dire che Sarah non sia in casa propria!» Nelle note, in maniera preliminare, l’avvocato Lipera contesta un passaggio della memoria presentata dall’Avvocatura dello Stato per conto della Questura di Trapani in cui si afferma «è bene, però, subito fugare ogni dubbio in relazione alle farneticanti elucubrazioni - dal valore più politico che giuridico - sulla cittadinanza della ragazza». Per il legale la frase è «assolutamente offensiva e ingiuriosa oltre che errata, inappropriata per un atto difensivo e del tutto superflua» e ne chiede «l’immediata cancellazione dagli atti di causa», riservandosi di «di ricorrere alle Autorità competenti al riguardo».