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Linguaglossa, 500 chili di carne sequestrati in un ristorante: chiuso il locale, denunciato il titolare

Intervento dei carabinieri. L'accusa per l'imprenditore è di frode in commercio

A Linguaglossa i carabinieri hanno denunciato un ristoratore per frode in commercio, facendo scattare anche la sospensione dell’attività lavorativa, essendo emerse nel corso delle verifiche, numerose violazioni sulla legislazione sociale e in ambito sanitario-alimentare. Sequestrata mezza tonnellata di carne in cattivo stato di conservazione.

Nell’ultimo giorno di Carnevale, alla vigilia di San Valentino, con i ristoranti pieni di avventori, i militari dell’Arma e dei reparti speciali, insieme alle unità del Contingente ispettivo siciliano, hanno avviato i controlli. Non appena sono entrati nel locale, hanno rilevato la presenza di due lavoratori con un inquadramento inferiore rispetto a quello previsto. Contemporaneamente, il personale del Nas ha accertato numerose e gravi irregolarità sotto il profilo igienico sanitario. In primo luogo, è stata rilevata la presenza di derrate alimentari non perfettamente conservate e di animali vivi custoditi sul posto, per le quali i militari hanno richiesto l’intervento di personale dell’Asp di Catania e del Dipartimento di prevenzione veterinaria di Giarre, con i quali hanno poi proseguito l’ispezione alle cucine e al laboratorio dell’esercizio commerciale.

Qui, all’interno di due frigo congelatori, sono stati trovati alimenti sfusi e cotti privi di tracciabilità, mentre, in un altro refrigeratore, erano presenti carni fresche sfuse di origine bovina, equina, suina e avicola, confezionate all’origine, e poi arbitrariamente congelate e riconfezionate con della pellicola, la quale aveva prodotto un grande quantità di cristalli di ghiaccio sugli alimenti.

Ancora, nel prosieguo dell’ispezione effettuata fuori dal laboratorio, i militari, tramite una piccola porta in ferro, hanno avuto accesso ad un locale semicoperto adibito a deposito di bevande, nel quale erano stati collocati due container, uno grande e uno di piccole dimensioni. Nel primo, quello grande, i carabinieri hanno trovato stipati oggetti di vario tipo, dagli attrezzi per il giardinaggio al mangime per animali da cortile, ma anche grosse quantità di diserbanti e persino diversi salumi rosicchiati dai roditori. In quello più piccolo invece, erano stati collocati alimenti di origine vegetale in promiscuità con scarti di lavorazione edile, con il pavimento coperto da grosse tracce di muffa, direttamente a contatto con gli alimenti.

Il personale specializzato ha continuato poi a verificare le condizioni igieniche del locale, scoprendo nel forno a legna evidenti segni di escrementi di roditori. Anche in questo ambiente, gli operanti hanno scovato un frigo, al cui interno è stata trovata una vaschetta in plastica, con all’interno alimenti vari, tra cui della mozzarella grattugiata e 3 uova fresche in guscio.

I militari dell’Arma si sono quindi spostati nel locale seminterrato, al quale sono arrivati mediante una strada sterrata laterale, dove hanno riscontrato la presenza di due vani adibiti a deposito. In uno di questi, sono stati rinvenuti attrezzi da giardinaggio e due pappagalli tenuti in gabbia, mentre nell’altro deposito, invece, hanno trovato 3 frigoriferi, due verticali e uno orizzontale, tutti contenenti carne bovina e suina priva di qualsiasi identificazione e tracciabilità, arbitrariamente congelata con l’utilizzo di buste in plastica e pellicola trasparente. Anche in questo caso gli alimenti sono risultati coperti da una notevole quantità di cristalli di ghiaccio.

I locali sono risultati in condizioni di carenza di igiene, per la presenza di umidità sulle pareti, incrostazioni di sporco pregresso e fuliggine, mentre sia la pavimentazione che i piani di lavoro necessitavano di pulizia ordinaria e straordinaria. Il piano di autocontrollo presentato dal titolare è risultato inoltre mancante delle schede di controllo pulizia e fornitore, così come assente è risultata qualsivoglia procedura di autocontrollo di animali infestanti (come roditori e striscianti).
Anche il menù ha presentato delle irregolarità, non essendo stata evidenziata alcuna indicazione dello stato fisico delle carni somministrate. I clienti così non potevano, in alcun modo, appurare se le carni fossero fresche o congelate. Il ristorante, il cui nome non è stato reso noto, resterà chiuso fino a quando il titolare non avrà ottemperato alle prescrizioni impartite dal personale medico e tecnico dell’Asp di Catania.

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