Sono due i processi per reati in materia elettorale a Catania in cui è imputato Luca Sammartino, il deputato regionale della Lega sospeso dal gip per un anno dallo svolgimento di funzioni pubbliche nell’ambito dell’inchiesta Pandora, nata su indagini dei Carabinieri, sul Comune di Tremestieri Etneo. Per lui la procura aveva chiesto gli arresti domiciliari. Dopo la notifica del provvedimento, effettuata ieri daI carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania, Sammartino si è dimesso da vicepresidente e da assessore regionale all’Agricoltura, incarichi che ha assunto ad interim il governatore Renato Schifani. Davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Catania, in composizione collegiale, è pendente il processo per corruzione elettorale incardinato su indagini della Digos della Questura sulla presunta compravendita di voti per le Regionali del 2017 e le Politiche del 2018. Secondo l’accusa, Sammartino, all’epoca esponente di Italia Viva, avrebbe promesso posti di lavoro e trasferimenti in cambio di voti per è e per altri esponenti politici a lui vicini. Davanti alla quarta sezione monocratica del Tribunale di Catania, l’allora deputato regionale di Italia Viva era stato citato in giudizio dalla Procura che gli contesta il reato elettorale. Secondo l’accusa, in veste di candidato alle elezioni regionali del 2017 avrebbe offerto a Calogero Lucio Brancato, presunto esponente del clan Laudani, anch’egli citato in giudizio, alcune utilità in cambio del proprio voto e di quello dei suoi familiari. In entrambi i processi il deputato regionale è assistito dall’avvocato Carmelo Peluso. Luca Sammartino in passato era stato indagato nell’ambito di un’inchiesta sulla presunta regolarità del voto espresso da persone anziane di una casa di cura della provincia etnea, ma la sua posizione era stata successivamente archiviata.