Una delle maggiori preoccupazioni di Sammartino sembrava quella di essere spiato e ascoltato. Per questo motivo aveva incaricato un luogotenente dei carabinieri in congedo di scoprire la presenza di eventuali microspie nei suoi uffici: quest’ultimo, però, aveva chiamato per aiutarlo un appuntato in servizio nella sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catania. Lo stratagemma ideato dall’ex assessore non era però servito a molto: i due militari - entrambi indagati - pur ispezionando da cima a fondo le stanze, non avevano mai trovato nulla. Invece le cimici c’erano, eccome.
Tanto è vero che erano stati registrati proprio mentre eseguivano le presunte bonifiche dei locali. «Il sistema antibonifica attivato dalla polizia giudiziaria riusciva a impedire il rinvenimento delle microspie», si legge nell’ordinanza, ma anche le telecamere di videosorveglianza della segreteria avevano svelato l’intrusione documentando quello che era successo. «I dialoghi e i rumori captati all’interno dell’immobile dimostravano chiaramente che l’appuntato seguendo le indicazioni del collega, servendosi di un rilevatore di frequenze, controllava in più stanze che non vi fossero microspie». Insomma gli strumenti piazzati dagli investigatori funzionavano regolarmente ma erano stati nascosti così bene che erano sfuggiti ai controlli. Eppure, durante una prima visita, c’era stato un falso allarme perché era stata captata una strana frequenza.
«Questa è la stanza di lui?», aveva chiesto l’appuntato che oggi sarà interrogato dal Gip per valutare l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, come richiesto dalla procura. «Questa è la sua stanza», aveva replicato l’altro accendendo l’apparecchio che subito aveva emesso un segnale. «Me lo dà lungo questa parete qua e basta, però non c’è niente, se c’era qualcosa qua, già si vedeva ad occhio nudo... a quest’ora si doveva vedere, un filo, una connessione, qualcosa... l’alimentazione gliela devono portare...». Non c’era niente di anomalo, quindi: «Quando sono così! Comunque siamo tranquilli che non c’è niente, no?», aveva esclamato il carabiniere mentre l’amico lo rassicurava: «Si, si, a posto».
Poi avevano aperto qualcosa e avevano trovato una trottola di cui Sammartino faceva collezione: «È fissato», era stato il commento. Nei giorni successivi il politico si era assicurato che l’operazione fosse stata portata a compimento e soprattutto con quali risultati. «L’hai fatto o non l’hai fatto? No, te lo sei dimenticato!», aveva domandato il deputato. «Luca, l’ho fatto mercoledì... Luca è stato fatto! Tu l’unica cosa che c’hai, c’è un segnale, ma è dovuto chissà a che cosa, te l’ha fatto sempre, anche quando sono venuti gli altri, ma ti dico un piccolo segnale. Abbiamo spostato noialtri tutti i mobili e poi qua sotto». Sammartino era sembrato preoccupato: «Ma sei sicuro che non è qua dentro?». L’avevano tranquillizzato: «No no no, Luca, abbiamo spostato tutto», invece le microspie – quelle fatte posizionare dagli inquirenti - erano tutte al loro posto.
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