Catania

Lunedì 25 Novembre 2024

«Voglio i soldi che ho speso per comprarle la droga»: minaccia il padre della ex, arrestato a Randazzo

Agli arresti domiciliari, con l'imposizione del braccialetto elettronico, un trentatreenne di Randazzo, accusato di tentata estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti. La misura cautelare è stata chiesta dalla procura di Catania, disposta dal gip ed eseguita dai carabinieri di Randazzo. I fatti che hanno originato l’emissione del provvedimento restrittivo hanno fatto luce su una vicenda che avrebbe visto l’indagato, nel giugno dello scorso anno, perpetrare un tentativo di estorsione nei confronti del padre, cinquantunenne, della propria ex convivente, di 35 anni. L’indagato avrebbe preteso la somma di 850 euro dal padre della sua ex fidanzata, quale rimborso spese, a suo dire, per l’acquisto della droga che la 35enne, avrebbe utilizzato durante la loro relazione amorosa finita circa tre mesi prima. Il 33enne non si sarebbe limitato ad una semplice richiesta, ma sarebbe andato oltre, quando, il 6 giugno dello scorso anno, avrebbe minacciato il padre della sua ex compagna, inviando sul suo smartphone dei messaggi di testo e vocali intimidatori. Quel giorno l’indagato era stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio dai carabinieri della stazione di Randazzo e, nell’attesa dell’udienza di convalida, posto ai domiciliari. È stato proprio durante i suoi arresti domiciliari che avrebbe inviato quei messaggi all’uomo, promettendogli che avrebbe fatto del male a lui e alla figlia se non gli avesse dato i soldi: «…Sperate che domani mi arrestano (cioè mi destinano al carcere, ndr) che se domani non mi prendo il carcere e sono agli arresti domiciliari sicuro che vi vengo a trovare a tutti e due». E  poi «…Ora che mi hanno preso (arrestato, ndr) non è più tempo di risolvere la situazione …, da stasera inizia a prendere 50 euro al giorno ad arrivare a 850 euro… se c’è da fare discussione rompo pure gli arresti, tranquillo». Alla luce di quelle gravi minacce e, in relazione all’esito dell’udienza di convalida del 33enne, nel corso della quale l’autorità giudiziaria aveva disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari, il 51enne, preoccupato per l’incolumità della figlia, si è rivolto ai carabinieri che, acquisiti gli elementi indiziari e svolti i necessari riscontri, hanno trasmesso  gli atti alla procura.        

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