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Giarre, furto nella chiesa Regina Pacis: bottino di oltre cinquemila euro

Profanato anche il tabernacolo, contenente le ostie consacrate. Sarebbero stati portati via paramenti, calici, pissidi, ampolline, l’aspersorio, altri oggetti in ottone e argento

Sarebbe di circa cinquemila euro l’ammontare del furto subito dalla comunità parrocchiale Regina Pacis di Giarre. Secondo una prima ricostruzione, ignoti malviventi si sarebbero introdotti nella notte all'interno del luogo sacro ed avrebbero arraffato una serie di oggetti religiosi il cui valore complessivo ammonterebbe a oltre 5.000 euro. A fare l’amara scoperta stamani è stato Salvo Mancuso, consigliere parrocchiale, che ha aperto le porte ed ha trovato i locali sottosopra. Profanato anche il tabernacolo, contenente le ostie consacrate. Tra i valori trafugati ci sarebbero paramenti, calici, pissidi, ampolline, l’aspersorio, altri oggetti in ottone e argento ed una cassa bluetooth. A seguito dell’amara sorpresa è stato chiesto l’intervento dei carabinieri della compagnia di Giarre che hanno verificato la presenza di telecamere nelle immediate vicinanze della chiesa. Previsto a breve un nuovo intervento dei militari dell’arma per compiere i rilievi e verificare se i ladri abbiano lasciato impronte. Avvisati anche padre Taddeo Ambet, parroco della chiesa, in questo momento fuori sede, e il vescovo di Acireale.

L’episodio ha creato sconcerto in tutta la comunità parrocchiale. Rammarico del presidente del consiglio comunale, Giovanni Barbagallo, che ha dichiarato : «Rubare in una chiesa è un atto vile e vergognoso. Subire un furto è sempre odioso ma lo diventa ancor di più quando questo viene commesso a danno di una parrocchia privata di paramenti e oggettistica sacra spesso donata dai fedeli stessi. Esprimo profonda vicinanza e solidarietà nei confronti dei padri bocconisti e di tutta la comunità parrocchiale di Regina Pacis. L’augurio è che le forze dell’ordine, sempre presenti e attive sul territorio, riescano a rintracciare e ad assicurare alla giustizia i responsabili».

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