Dalle indagini della squadra mobile della questura di Catania sui rapporti tra l’assistente capo della polizia penitenziaria del carcere di Giarre Carmelo Palo e il detenuto Antonino Di Grazia, è emersa l’intestazione fittizia del bar «Caffè Etna» che sarebbe stato intestato a soggetti di comodo per eludere misure di prevenzione.
È quanto emerge da una nota della Procura di Catania sulle indagini della sezione reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione della Squadra mobile e dell’unità Anticorruzione della polizia.
Il Giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto nei confronti dei due indagati l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e il sequestro preventivo delle quote della «Caffè Etna» e del suo complesso aziendale, il cui valore, secondo le prime stime, sarebbe di circa 600.000 euro, per il trasferimento fraudolento di valori.
La posizione del titolare «di fatto» dell’esercizio commerciale è attualmente al vaglio del Gip. L’esecuzione delle misure cautelari è avvenuta la sera 2 ottobre, ma la notizia è stata resa nota oggi e ha coinvolto operatori della Squadra mobile di Catania e di Perugia perché Palo era ad Assisi.
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