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Catania, ecco i 12 ambasciatori del Telefono Rosa Sicilia 2024

Proclamati ieri pomeriggio al Palazzo della Cultura di Catania i 12 «Ambasciatori del Telefono Rosa Sicilia 2024». Fra i volti più noti, del «Gala Ambassadors 2024», il prefetto Maria Carmela Librizzi, l’arcivescovo Luigi Renna e l’ex procuratore aggiunto di Catania Marisa Scavo, la giornalista Adriana Pannitteri e le «mamme coraggio» Vera Squatrito e Giovanna Zizzo. Per il prefetto e l’ex magistrato «il premio non è un punto di arrivo ma di partenza» e «non è mai individuale», il vescovo, invece, ha definito l’evento un «miracolo sociale».

Fra i premiati pure Salvatore Capizzi, psicologo dell’Asp di Catania e giudice onorario del Tribunale di sorveglianza etneo, il maresciallo dei carabinieri Barbara Culotta e l’ispettore di polizia Giannattilio Rinato, l’ex funzionario regionale Pietro Antonino Guzzo, l’imprenditrice Agata Longhitano e, alla memoria, Vincenzo Caltabiano, sostenitore del Telefono Rosa.

L’arcivescovo e il prefetto di Catania sono stati gratificati quali «costruttori di ponti per il dialogo» (tra istituzioni, associazioni e cittadini, nel contrasto alla violenza di genere e sulle donne); dell’ex procuratore presso il Tribunale è stata apprezzata la sua dedizione «per migliorare la vita delle persone più vulnerabili» nel suo ruolo di guida del team specializzato «Codice rosso». I riconoscimenti sono stati consegnati, nell’ordine, da Antonella Faieta e Laura Palma Vassalli (vice presidente e dirigente nazionale Telefono Rosa) e dalla neo ambasciatrice Librizzi.

La Culotta e Rinato, scelti per la professionalità dimostrata in «situazioni di violenza di genere e domestica» e in «indagini e interventi che mirano a tutelare le vittime», li hanno fregiati del titolo la Scavo e il sostituto commissario di polizia Marcello Di Mauro. Alla Pannitteri (che ha ringraziato da Roma con un video messaggio) è stato riconosciuto l’impegno «per una società più equa e libera da discriminazioni e violenze».

Il dottore Capizzi, «appassionato e instancabile nel restituire dignità e serenità a chi ha subito traumi profondi», e Guzzo, protagonista «nella costruzione di reti di supporto solide e accessibili per le vittime», sono stati insigniti da Maria Pia Calanna (dirigente Istituto superiore Radice di Bronte) e da Graziano Calanna (consigliere e già sindaco di Bronte).

Vera Squatrito (mamma della giovane Giordana Di Stefano, accoltellata dall’ex compagno Luca Priolo nel 2015 a Nicolosi) e Giovanna Zizzo (mamma della piccola Laura Zizzo, accoltellata dal padre Roberto Russo nel 2014 a San Giovanni La Punta), sono state premiate, in quanto «simbolo di speranza e rinascita», da Angela Picchi (dirigente nazionale Telefono Rosa) e Nunzio Saitta (consigliere ed ex vice sindaco di Bronte).

All’imprenditrice Longhitano, un modello rispetto alla «figura stereotipata della donna relegata a ruoli marginali e prettamente educativi-domestici», l’onorificenza l’hanno consegnata Grazia Emmanuele (ex dirigente Istituto superiore Capizzi di Bronte) e Francesca Liuzzo (comandante polizia locale di Linguaglossa); per Caltabiano, il «grande alleato» del Telefono Rosa di Bronte, dalle mani della vice presidente Samantha Lazzaro, la nomina alla memoria l’ha ritirata la vedova Nunzia Laganà.

L’evento, intermezzato dalle performance dell’attore Agostino Zumbo, è stato moderato da Assya D’Ascoli e diretto dalla presidente del Telefono Rosa Sicilia Antonella Caltabiano.

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