Catania

Giovedì 26 Giugno 2025

Ingv, uno studio spiega la valanga piroclastica e il collasso del cratere Sud-Est dell'Etna

Gente in fuga da una vasta nube causata prodotto dal collasso di materiale dal fianco settentrionale del Cratere di Sud-Est, Catania 2 giugno 2025. FACEBOOK/ CENTRO METEREOLOGICO SICILIANO + ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA + NPK

«L'accumulo rapido di materiale instabile, combinato con alte temperature residue e alterazione dei depositi superficiali», ha condotto «a un collasso gravitazionale del fianco del cono» del cratere di Sud-Est: «il flusso piroclastico che ne è derivato ha coinvolto un volume di circa un milione di metri cubi di materiale» e ha lasciato «una profonda cicatrice sul vulcano visibile anche nelle osservazioni satellitari». È quanto emerge da uno studio di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania e Pisa, pubblicato su Nature communications earth & environment, che ha ricostruito le dinamiche che hanno portato alla formazione di una valanga piroclastica sull'Etna il 10 febbraio 2022. Le valanghe piroclastiche, anche note come correnti piroclastiche, sono flussi ad alta velocità costituiti da gas caldi, ceneri e frammenti vulcanici. Si tratta di fenomeni tra i più pericolosi in ambito vulcanico, in grado di svilupparsi in modo improvviso e di percorrere rapidamente ampie porzioni dei fianchi dell’edificio vulcanico. «La calibrazione del modello numerico - spiegano Daniele Andronico e Francesco Zuccarello, ricercatore Ingv e co-autori dello studio - ha permesso di produrre anche una mappa di pericolosità aggiornata per l’area sommitale dell’Etna, utile per supportare le decisioni in merito all’accesso turistico durante le fasi eruttive. È uno strumento fondamentale per rafforzare la prevenzione e la gestione del rischio in un contesto in continua evoluzione». Il 2 giugno scorso una nuova valanga piroclastica si è verificata sul versante nord-orientale del cratere di Sud-Est dell’Etna che ha formato un deposito esteso fino a quasi tre chilometri di distanza, confermando i risultati ottenuti dalla mappa di pericolosità e l’importanza di questi studi a supporto della protezione civile per la salvaguardia degli escursionisti e degli addetti ai lavori che operano nella zona sommitale del vulcano. Il lavoro si inserisce nell’ambito delle attività del progetto Panacea-Pianeta Dinamico, finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca.

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