
Oltre 160 anni di reclusione per 15 imputati, con pene comprese tra nove mesi e 30 anni di reclusione. E’ la sentenza della quarta sezione penale del Tribunale di Catania nel processo nato dall’operazione Terra bruciata dei carabinieri sulla cosca Sangani operativa nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti a Randazzo, Comune poi sciolto per infiltrazioni mafiose. Le condanne più pesanti, 30 anni di reclusione ciascuno, sono state comminate a Salvatore Sangani e a suo figlio Francesco, ritenuti ai vertici del gruppo, mentre l’altro figlio del capomafia, Michael è stato
condannato a 12 anni e 4 mesi.
Il blitz dei militari dell’Arma del comando provinciale di Catania e della compagnia di Randazzo scattò il 26 ottobre del 2022 e fu coordinato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Alessandro Sorrentino e Assunta Musella. Quello concluso col rito ordinario è la seconda tranche dell’inchiesta che va a sentenza dopo che il 23 marzo il gup Stefano Montoneri ha condannato una decina di imputati che avevano fatto acceso al rito abbreviato.
Queste le condanne comminate dalla quarta sezione penale del Tribunale di Catania. Salvatore Sangani 30 anni, Francesco Sangani 30 anni, Giovanni Farina 18 anni, Vincenzo Lo Giudice 17
anni e sei mesi, Michale Sangani 12 anni e 4 mesi, Giuseppe Costanzo Zammataro 10 anni e sei mesi, Salvatore Trazzera un anno e sei mesi, Salvatore Crastì Saddeo 16 anni e due mesi, Vincenzo Gullotto 16 anni e due mesi, Marco Cristì Saddeo due anni e dieci mesi, Remo Arcarisi tre anni e quattro mesi, Alfredo Mangione un anno e tre mesi, Salvatore Russo nove mesi, Michel Camarda nove mesi, Giuseppe Palermo due anni e Vincenzo Calà dieci mesi.
Il Tribunale ha assolto, quattro imputati: Daniele Lo Giudice, per non avere commesso il fatto; e Francesco Paolo Giordano, Simone Puglia e Rosario Sebastiano Sorbello perché il fatto non sussiste.
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