L’Anas, a causa delle forti piogge che hanno colpito Randazzo, in provincia di Catania, ha chiuso in via precauzionale il ponte 'Alcantarà, situato al km 0,179 della strada statale 116 in prossimità del centro abitato del Comune. L'ingente massa d’acqua, che ha interessato la viabilità statale e locale, ha causato il distacco del parapetto di valle dalla struttura portante del ponte, dice l’Anas. I tecnici Anas sono al momento operativi sui luoghi per constatare la situazione complessiva dell’opera e del suo contesto e pianificare le attività di ripristino della viabilità per il collegamento. Nella giornata di lunedì Anas procederà con la posa in opera del new jersey in calcestruzzo armato al fine di consentire la riapertura della statale con circolazione a senso unico alternato, ripristinando pertanto le condizioni vigenti precedenti al fenomeno meteorologico verificatosi. Inoltre Anas, dopo gli eventi alluvionali degli anni scorsi che avevano già colpito l’opera, ha predisposto interventi di ricostruzione dei parapetti e delle pile del ponte per un importo investimento di circa 1 milione di euro e ha già affidato i relativi lavori nell’ambito di un Accordo Quadro immediatamente operativo. Il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, interviene a proposito del crollo definitivo del parapetto del ponte di San Giuliano sulla SS 116, causato da un violento temporale abbattutosi su Randazzo. La struttura era già stata danneggiata dall’alluvione del 24 ottobre 2021. «Se ieri non si è consumata una tragedia è stato solo un caso. I crolli non possono diventare routine. Per questo chiediamo la convocazione urgente di un tavolo in Prefettura, con istituzioni, parti sociali e forze economiche, per dichiarare lo stato di calamità naturale e garantire immediati ristori a lavoratori e imprese colpiti - dice De Caudo -. Serve anche un piano straordinario di messa in sicurezza delle infrastrutture viarie e idrauliche, con risorse dedicate e vincolate alle aree interne, un programma di riforestazione e manutenzione del territorio, per contrastare il dissesto idrogeologico e rendere le comunità più resilienti agli eventi estremi sempre più frequenti e, infine, l’intervento diretto del Commissario per il dissesto idrogeologico, chiamato a chiarire quali risorse siano già disponibili e a garantire che i fondi non restino bloccati o dispersi in procedure infinite». Per la Cgil di Catania, senza investimenti seri e duraturi in sicurezza, mobilità e coesione territoriale, ogni nuovo evento atmosferico rischia di trasformarsi in emergenza e isolamento. «È bastato un temporale e ancora una volta le aree interne della Sicilia si sono ritrovate a fare i conti con infrastrutture al collasso, mancanza di manutenzione e di programmazione, assenza di risorse dedicate - conclude De Caudo -. È necessario uscire dalla logica dell’emergenza permanente a tutela delle persone, dei lavoratori e delle imprese. Queste devono essere le priorità, altrimenti dovremo rassegnarci ad attendere il prossimo disastro».