
Il gip di Catania, accogliendo la richiesta della Procura, ha archiviato la posizione della Coopservice F. M società cooperativa arl, nell’ambito dell’inchiesta su una presunta emissione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo l’accusa, il contratto di appalto stipulato per la fornitura della manodopera nei magazzini e stabilimenti di proprietà delle aziende della Gdo fosse fittizio risolvendosi di fatto in una somministrazione fraudolenta della manodopera, con conseguente falsità delle fatture emesse ed evasione di Iva per circa 470 mila euro.
Le indagini difensive hanno dimostrato come i lavoratori che svolgevano la loro attività di manodopera all’interno dei vari stabilimenti in realtà prendevano le loro direttive dai responsabili incaricati dalla ditta appaltatrice e non, come ritenuto dalla polizia giudiziaria, dalla stazione appaltante.
Così anche le sanzioni e i turni di lavoro che venivano attuati dalla ditta appaltatrice, che svolgeva pertanto effettivi poteri tipici del datore di lavoro.
«Sono questi, secondo la giurisprudenza della cassazione, gli elementi che distinguono un appalto lecito da una somministrazione fraudolenta di manodopera - spiegano gli avvocati Andrea Bellafiore, Nino Caleca e Mattia Caleca di Lexia - è stato anche accertato come a fronte della presunta evasione di Iva, la società era in regola, pur con alcune rateizzazioni, con il versamento della stessa, sicché non vi era neppure alcun indebito vantaggio d’imposta conseguito dalla società, elemento necessario ai fini del reato fiscale in esame».
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