Gli studenti del Liceo Scientifico e linguistico "Leonardo" e del Liceo artistico “Guttuso” di Giarre, riconfermando l’adesione al FAI (Fondo Ambiente Italiano) attraverso l'iniziativa nazionale “Giornate FAI di primavera 2019”, per oggi sabato 23 e domani, domenica 24 si sono trasformati in guide e ciceroni d’eccezione per presentare rispettivamente il Museo etnei delle migrazioni e la seicentesca Chiesa delle Anime purganti i primi e i tesori architettonici e artistici dell’ottocentesco Duomo “Sant’Isidoro Agricola”, monumento nazionale, i secondi.
Già da stamani sono state numerose le visite, aperte a tutti, che proseguiranno anche domani con orari 9-13 e 15.30-18.30.“Il Museo Etneo delle Migrazioni di Giarre, ospitato presso l'ex Monastero degli Agostiniani scalzi, fondatori dell’adiacente Chiesa delle Anime purganti, si presenta come un museo narrante – spiegano le professoresse Grazia Messina e Pina Borzì - che intende raccontare la storia delle migrazioni nel territorio ionico-etneo dalla fine dell'Ottocento ad oggi”.
Com’è nata l’idea della creazione di questo museo? “E’ nata da una ricerca degli studenti del liceo Scientifico "Leonardo" di Giarre. Il percorso museale si apre con la presentazione delle cause e dei caratteri delle partenze nelle tre fasi che hanno accompagnato il processo migratorio nel corso del Novecento”.
Le due sale museali propongono le sezioni dedicate alle destinazioni dei migranti (America, Australia, Africa, Europa), con ricca raccolta di storie e testimonianze, corredate di passaporti, lettere, fotografie, bauli ed oggetti personali. Nelle teche orizzontali è esposta una ricca documentazione istituzionale sull'emigrazione dal territorio, ordinata dagli studenti attraverso un laboratorio condotto nell'Archivio storico comunale. La sezione immigrazione chiude il percorso descrittivo del museo narrante con lo spazio dedicato ai nuovi migranti oggi presenti nel territorio etneo.
L’attigua Chiesa del Convento o delle Anime purganti, purtroppo visionabile solo da’esterno per motivi di sicurezza, è stata edificata alla fine del 1600 e rimane, dopo quella di Sant'Agata e Sant'lsidoro, una delle più antiche del Comune. Situata accanto al piccolo convento degli Agostiniani Scalzi provenienti da Valverde, oggi Palazzo della Cultura, è stata più volte ristrutturata nel corso dei secoli. Versa ancora in condizioni precarie ed è inserita tra i ben i del territorio da tutelare come testimonianza preziosa dell'architettura neoclassica in Sicilia.
La chiesa di Sant'Isidoro è la chiesa madre di Giarre. Edificio neoclassico, costruito interamente in pietra bianca di Comiso, sorge in piazza del Duomo lungo la via Callipoli, principale asse viario della cittadina jonica. La costruzione dell'attuale chiesa madre di Giarre ebbe inizio nell'anno 1794: il sagrato corrisponde al luogo in cui, sin dalla seconda metà del XVII secolo esisteva una piccola chiesa dedicata a Sant'Agata e a Sant'Isidoro.
Pur essendo ancora nettamente incompleto, nell'anno 1818 il nuovo tempio fu aperto al culto poiché un terremoto aveva reso inagibile la vecchia chiesa di Sant'Agata, la quale ben presto venne in parte inglobata nella nuova struttura e in parte demolita. Nell'anno 1845, l'architetto Pietro Valente, presente in quel periodo a Messina con l'incarico di dirigere i lavori di costruzione del teatro comunale della città dello Stretto, fu invitato a Giarre per redigere il progetto del prospetto est della chiesa madre, al quale si iniziò a lavorare solo nel 1859. Circa trent'anni più tardi veniva invitato a Giarre per il completamento dei prospetti est e nord, l'architetto milanese Carlo Sada, impegnato in quegli anni a Catania, anch'egli nella direzione dei lavori per la costruzione di un teatro, il teatro Massimo Bellini.
Il progetto del Sada non fu attuato nella sua interezza, in quanto le cupole sopra i torrioni e le grandi statue che egli aveva previsto nei suoi disegni non furono mai realizzate. I lavori furono portati a compimento nell'anno 1890 sotto l’egida dell'ingegnere comunale Pasqualino Musumeci.
All’esterno del Duomo, tra gli altri elementi caratteristici, come le due torri campanarie gemelle, si può ammirare l’imponente ed artistica porta centrale di bronzo, inaugurata solo qualche anno fa, opera dell’architetto Giuseppe Cristaudo. All’interno si presenta con un impianto a croce latina ripartito in tre navate per mezzo di colonne binate. La cupola, sormontata da lanterna, poggia su di un tamburo finestrato. Nelle tre navate sono esposte numerose tele di illustri pittori siciliani del Settecento ed Ottocento, fra le quali spicca una del grande artista acese Pietro Paolo Vasta, raffigurante l'Immacolata e santi.
Si conserva inoltre un pregevole arazzo in velluto rosso con ricami in fili d'oro raffigurante un'aquila con una croce sul petto, uno stemma borbonico, le iniziali C.G. (città di Giarre) e la raffigurazione di sette torri, simbolo questo, che fu già della Contea di Mascali. Strettamente legato alla chiesa è il cosiddetto Camposanto Vecchio, ipogeo costituito dalle antiche cripte della chiesa di Sant'Agata e Sant'Isidoro. Assolutamente da vedere, dietro l'altare maggiore il grandioso organo a canne, opera dei fratelli Serassi da Bergamo, che costituisce l'opera nº 683 dei Serassi. I registri, 57 in totale, sono azionati da altrettante manette ad incastro. In totale il numero delle canne si aggira attorno alle 2100-2200 unità. E’ uno dei più grandi di Sicilia.
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