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"Napoli Milionaria" chiude la stagione teatrale della Compagnia "Insieme a Teatro" di Giarre

Con uno dei capolavori assoluti di Edoardo De Filippo “Napoli milionaria”, sabato 11 e domenica 12 prossimi, alle ore 18.30, nel Teatro Rex di Giarre, per la regia di Francesca Le Mura Carbonaro, la Compagnia “Insieme a Teatro”, chiuderà una stagione ricca di successo di pubblico e di critica. Spiega la regista Le Mura Carbonaro: “Napoli Milionaria è un affresco della povertà materiale e morale della Napoli del dopoguerra, un atto di accusa contro la guerra e contro le ricchezze conquistate con il cinico sfruttamento del prossimo, vissuti in un ‘basso’ napoletano dove sono narrate le vicende della famiglia Jovine”.

Nell’opera, la famiglia è il centro di interesse dell’autore (Eduardo De Filippo) in quanto specchio della società sentita come luogo di comunicazione e di aggregazione. Non è casuale la spiccata attenzione ai legami che intercorrono tra i vari membri e ai loro rapporti controversi.

Lui, Gennaro Jovine (Melo Ingegnosi), idealista e puro, mal si adatta all’andazzo familiare, subisce il giro di affari della moglie e la connivenza dei figli Amedeo (Giuseppe Maccarrone) e Maria Rosaria (Giulia Sorbello).

Lei, Amalia (Enza Leonardi), cinica ed affarista, spietata ed egoista affronta la guerra e il dopoguerra arrangiandosi con il mercato nero, grazie al trafficante Errico  Settebellizze (Mario Pafumi)e passando indifferente attraverso le disgrazie altrui, soprattutto del ragioniere Riccardo Spasiano (Salvo Epaminonda).

I figli crescono condividendo il disprezzo della madre nei confronti del marito e si perdono con le amicizie sbagliate, come il ladro Peppe “u criccu”(Maurizio Lo Giudice). Con loro condividono la scena il brigadiere Ciappa(Nuccio Rosa); Donn’ Adelaide Schiano (Eugenia Maccarone); Federico (Giammarco Maugeri); ‘U Menzu Prete (Tony Spina); Assunta (Michela Cipolla); il dottore Luigi Conti; Donna Peppina (Nunzia Fulco); Teresa (Clelia Mannoia); Margherita (Lorena La Rocca).

Il lavoro di Edoardo De Filippo finisce con una grande lezione di umanità che verrà da colui che ha visto distrutta la sua vita proprio dalla cinica Amalia e, ancora, a conclusione, con le parole di Don Gennaro “…Ha da passà  ‘a nuttata”, che suonano come l’augurio che dopo un periodo buio possa ricominciare per tutta l’umanità una nuova vita basata sulla comprensione reciproca e sull’onestà.

Carlo Tancredi Pafumi

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