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Catania, donazione a La Città Invisibile per l'acquisto di strumenti musicali

La Fondazione La Città invisibile di Catania può comprare strumenti musicali per l'Orchestra Falcone Borsellino grazie ad una donazione da parte di UniCredit.

"Il tema della solidarietà ci sta particolarmente a cuore come banca - spiega Salvatore Malandrino, regional manager Sicilia di UniCredit - per UniCredit essere banca del territorio significa anche fornire un contributo concreto alle necessità delle comunità nelle quali la Banca opera supportando il mondo del volontariato. E in Sicilia questo mondo è fatto di tante realtà di assoluto livello. Il contributo di UniCredit è stato finanziato dalla 'UniCreditCard Flexia Classic E', una carta di credito che raccoglie il 2 per mille di ogni spesa effettuata dai clienti, alimentando così un fondo che la Banca destina ad iniziative di solidarietà nel territorio. Dal 2011 ad oggi, attraverso questo prodotto bancario collegato ad un progetto etico, la banca ha assegnato in Sicilia circa 1 milione 800 mila euro a 170 onlus che operano nell'isola".

La Fondazione La Città Invisibile è un ente non profit che mira all'inserimento e coinvolgimento dei minori in attività di formazione musicale orchestrale impostata principalmente sulla pratica, che tende ad esaltare la partecipazione emotiva legata al piacere di suonare insieme. L'Orchestra "Falcone Borsellino", che ha già formato oltre 6.000 ragazzi nei suoi dieci anni di attività, integra il metodo Abreu a quello di Don Milani e utilizza i più efficaci sistemi di psicologia positiva allo scopo di allenare e sviluppare le potenzialità e le intelligenze dei bambini.

L'Orchestra intende estendere nei prossimi mesi la propria attività nel quartiere Librino di Catania e in altri paesi della provincia etnea. "La Città Invisibile - dichiara la presidente della fondazione no profit, Alfia Milazzo - esprime la sua profonda gratitudine a UniCredit per aver consentito, con la sua donazione di strumenti musicali, l'inserimento di un nuovo cospicuo gruppo di bambini a rischio, che potranno così essere felicemente inclusi nel nostro programma didattico volto al loro riscatto socioculturale".

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