Un salto negli anni Ottanta per Lorenzo Fragola che assieme a The Kolors presenta il nuovo singolo Solero. Il timbro del ventiseienne cantautore catanese è inconfondibile, il sound ricorda gli anni d’oro dell’alta moda di Milano e il mood è quello di chi vuole divertirsi. Sono queste le basi messe su dall’autore (con Fausto Cogliati e Fedez) e interprete di Siamo uguali per questo nuovo singolo che fonde due mondi: quello della moda e quello della musica. La traccia, sposata subito dalla band di Stash, è stata scritta dallo stesso Fragola assieme a Federica Abbate e Stefano Tognini. Il videoclip, invece, è stato girato a Villa Clerici, a Milano, dove è stata ricreata una sfilata con gli abiti della Maison Erico Coveri, mentre Fragola e The Kolors si esibiscono.
«Grazie alla musica - dice il cantautore - ho imparato a capirmi ed a raccontarmi, anche quando non ero molto loquace».
Il binomio moda-musica: qual è l'origine di questo brano?
«Ho scelto gli anni Ottanta, in particolare la Milano di quegli anni. Quella dell’alta moda, che ha poco a che fare con quella di oggi. Parlo degli anni del boom ed in quel periodo il fashion veniva spesso legato alla musica, un po’ come accade ancora oggi».
Un pezzo nato in pieno lockdown…
«Durante il primo lockdown l’idea era quella di scrivere, da autore, un testo per The Kolors. Ho anche fatto una sessione in smart working, su zoom, con Stash. Poi, però, la cosa non è andata in porto e con la mia etichetta, la Sony, abbiamo deciso di farlo uscire insieme, loro ed io».
La collaborazione con The Kolors è nata a distanza.
«È iniziata in smart, ma poi ci siamo ritrovati in studio. Loro erano felici, non sapevano che quel brano, che gli sembrava disegnato su misura, in realtà io l’avevo scritto proprio per loro. Sono molto simpatici e professionali, in più sono vicini al mio modo di pensare e vedere le cose».
Dopo Solero, cosa c’è in programma?
«Per adesso ho la testa al mio prossimo album. Vorrei finirlo entro l’anno e poi pensare al resto. Mi piacerebbe, anche, collaborare all’estero ma sono già contento così, anche se cerco di raggiungere risultati sempre maggiori. Ho la possibile di fare quello che mi piace e sono felice di questo».
Lorenzo Fragola è più autore o interprete?
«Sarebbe un po’ come scegliere fra due figli, non posso. Scrivo musica per me e anche per altri e per farlo allenare la penna è fondamentale. È importante, per essere un cantautore, trovare una propria unicità».
Quali requisiti deve avere un cantautore?
«Bisogna scrutarsi dentro per scrivere canzoni. Essere affamati ed avere la sensibilità per raccontare come vedi il mondo. Non serve essere migliori di altri, bensì diversi. L’empatia? Non è necessariamente un requisito artistico».
Come ha vissuto l’anno della pandemia?
«È stato un mix di alti e bassi, il mondo non riusciva a riprendersi e questo portava momenti di sconforto e delusione. Però, è stato un periodo in cui sono riuscito a fare cose che rimandavo da tempo. Ad esempio ho preso la patente e sono anche riuscito a fare il mio studio, oltre a stare in contatto con le persone che amo».
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