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Scomparsa di Majorana, all'Università di Catania le carte su cui lavorò Sciascia

Ernesto Recami fu colui che, prima di Leonardo Sciascia, indagò sulla scomparsa di Ettore Majorana, e al quale lo scrittore siciliano si rivolse per avere i documenti sulla base del quale scrisse il romanzo a cui restò più legato. Adesso quei documenti, insieme alle lettere inviate da Majorana ai suoi cari mentre era a Roma e Lipsia, e alle foto di famiglia, sono nel «Fondo Recami» acquisito dall’Università di Catania grazie a un lascito testamentario dello stesso Recami, morto nel luglio scorso.

Dal Fondo, presentato oggi nell’ateneo etneo, emergono anche le lettere del fisico Enrico Fermi per promuovere la ricerca in Italia e il fitto scambio epistolare di Erasmo Recami con i colleghi Emilio Segrè e Franco Rasetti. E, inoltre, la lettera con cui Recami - che ha insegnato fisica nelle università di Catania, Bergamo e Campinas in Brasile - decide di donare i documenti all’università.

«È un giorno molto importante che testimonia anche la forte collaborazione tra le città e gli atenei di Catania e Bergamo grazie alla volontà di Erasmo Recami, divenuto nel tempo uno dei principali studiosi di Ettore Majorana, di donare il fondo che contiene documenti importanti sul fisico catanese», ha spiegato il rettore Francesco Priolo dell’Università di Catania, annunciando la realizzazione «a breve» di «uno spazio espositivo a uno dei più grandi fisici del secolo scorso e come diceva Enrico Fermi un genio al pari di Galileo Galilei e Isaac Newton».

«Mi piace sottolineare che ancora oggi le scoperte di Majorana sono attuali e dai suoi studi sono emerse nuove scoperte», ha aggiunto il rettore catanese. Sulla stessa linea il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini che ha evidenziato «il forte legame tra i due atenei e il senso di vicinanza di quello etneo nel periodo di maggiore criticità per la pandemia non solo a parole, ma soprattutto con i fatti come con la consegna del gel igienizzante mentre tutta la città era in ginocchio». «Il rapporto di Erasmo Recami con i due atenei rappresenta un’ulteriore occasione per valorizzare e rafforzare la collaborazione tra i due atenei in ogni campo», ha aggiunto Sergio Cavalieri, che a Catania ha svolto gli studi giovanili e a breve si insedierà nel ruolo di rettore dell’ateneo di Bergamo. Ettore Majorana, ha detto il familiare Marcello Majorana, era «un uomo molto sensibile con alla base del suo pensiero la cultura letteraria, filosofica e non soltanto fisica. Non a caso a Lipsia entrò in rapporto di sintonia con il mondo della filosofia e in particolar modo con Werner Heisenberg», il fisico-filosofo che - secondo una tesi condivisa da Sciascia - potrebbe aver ritardato appositamente il programma atomico tedesco pur di non consegnare all’umanità la bomba. «L'avevo scritto, questo racconto - scrisse Sciascia in un articolo riferendosi al proprio romanzo - nella memoria che avevo della scomparsa e su documenti che, per tramite del professor Recami, ero riuscito ad avere, dopo aver casualmente sentito un fisico parlare con soddisfazione (il titolo del pezzo giornalistico, qui, è Majorana e Segrè), ed entusiasmo persino, delle bombe che avevano distrutto Hiroshima e Nagasaki. Per indignazione, dunque; e tra documenti e immaginazione, i documenti aiutando a rendere probante l’immaginazione, avevo fatto di Majorana il simbolo dell’uomo di scienza che rifiuta di immettersi in quella prospettiva di morte cui altri, con disinvoltura, si erano avviati».

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