«Viola Graziosi e Graziano Piazza, coppia di attori e coppia nella vita reale, entrano in una scena vuota e cominciano a provare L’amante di Harold Pinter». Da questo incipit prende avvio lo spettacolo L’amante di Harold Pinter (traduzione Alessandra Serra), nell’inedita e originale proposta della regista Veronica Cruciani che ha debuttato, in prima nazionale, mercoledì 8 marzo (ore 17.30) al Teatro Brancati di Catania. Prodotta dal Teatro della Città -Centro di Produzione Teatrale, la pièce vede in scena Viola Graziosi e Graziano Piazza nei panni della coppia di attori e di coniugi che mette in scena, appunto, il capolavoro del premio Nobel britannico. Lo spettacolo, con la drammaturgia sonora di John Cascone, le scene e costumi degli stessi Cruciani e Cascone e il disegno di luci Andrea Chiavaro, sarà in scena al Brancati di Catania fino a domenica 12 marzo, per poi andare in tournèe nazionale a partire da Siracusa.
«All’inizio dello spettacolo – spiega la regista Veronica Cruciani - vediamo delle scenografie disposte in fondo al palcoscenico vuoto, come se fosse un magazzino o un deposito dove sono state accumulate. Entra la coppia di attori, coppia anche nella vita reale, e inizia a provare L’Amante di Harold Pinter. I due attori avanzano in proscenio con il copione in mano e ne incominciano a leggere le didascalie iniziali». «All’interno della coppia matrimoniale - continua - ci sono dei ruoli come a teatro. Nello spettacolo mostriamo la costruzione della messa in scena a teatro così come Pinter mostra la messa in scena di una relazione matrimoniale. Lui rivela ciò che nasconde questa relazione così come noi riveliamo le prove dello spettacolo che in genere il pubblico non vede. Il teatro è un dispositivo che disvela il reale della rappresentazione che spesso non vogliamo vedere. Questa coppia per andare avanti felicemente nella propria relazione deve mettere in scena un tradimento, nella cui rappresentazione si nasconde la pulsione per lo sconosciuto. Entrambi, infatti, necessitano di vivere pulsioni considerate all’interno della loro ideologia borghese come abiette e squallide. I protagonisti ritualizzano queste pulsioni per controllarle, mascherandole in ruoli».
Durante lo spettacolo, man mano, entreranno tutti gli elementi della scenografia che andranno a comporre interamente gli ambienti descritti da Pinter nel suo dramma e solo alla fine dello spettacolo l’intera scenografia sarà montata. «All’inizio dello spettacolo – conclude la regista - la finzione scenica viene dichiarata dagli stessi attori come un gioco esplicito tra loro due e con il pubblico. Lentamente, invece, con il costruirsi della scenografia si creerà una dimensione più immersiva che permetterà di far affiorare gli stati emotivi più intensi descritti nel testo».
Grande rilievo, nello spettacolo, ha la drammaturgia sonora di John Cascone: «Dapprima saranno gli attori a inserire delle “musiche d’epoca” intradiegetiche – spiega l’artista visivo e drammaturgo sonoro - . Successivamente, seguendo l’evoluzione della costruzione della messa in scena, diventeranno extradiegetiche, intensificando così le sonorità presentate precedentemente e giungendo, infine, a un carattere sempre più elettronico, astratto, facendo emergere la componente più sonora che musicale, indagando, in questo modo, le condizioni psichiche sottaciute dai personaggi».
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