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“Mio caro Bellini…": le più belle parafrasi di Bottesini e Corticelli in scena a Catania

Terzo appuntamento con il Bellini International Context nell'Auditorium del Conservatorio omonimo. Sul palco il duo La Manna-Nasuto e il Trio Clementi

A differenza di quanto accade ai nostri giorni, il melodramma era nell’Ottocento un genere autenticamente popolare. I temi più belli e orecchiabili venivano assimilati in fretta, trascritti subito per pianoforte, suonati dai pianini per le strade. Entravano nell'immaginario collettivo. Erano pop ante litteram. Fiorivano anche le parafrasi strumentali sviluppate sulle melodie delle opere più famose: a firmarle altri autorevoli compositori, due per tutti Liszt e Thalberg, lanciati in esercizi di bravura virtuosistica che si traducevano in una dedica - non priva del sapore della sfida - ai capolavori di colleghi spesso coevi. Nasce da queste considerazioni il progetto “Mio caro Bellini…”, terzo evento del Bellini International Context promosso da Regione Siciliana-Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo. Il concerto, che propone in particolare parafrasi e altre pagine di Giovanni Bottesini e Gaetano Corticelli, è realizzato dal Bic in collaborazione con il Conservatorio di Musica di Catania, che domenica 10 settembre alle ore 21 ospiterà l'esecuzione nell’architettonico Auditorium Bellini, in via Sacro Cuore.

Sul palco si alterneranno due distinte formazioni. Apre il duo composto da Carmelo La Manna (contrabbasso) e Angelo Nasuto al (pianoforte) con un’antologia di brani composti da Bottesini per questa specifica formazione: accanto alla Fantasia su temi de “La Sonnambula” di Bellini, ascolteremo l’Elegia n. 33 in Mi minore (nota come “Romanza patetica” o com il titolo alternativo “Melodia”), l’Allegretto Capriccio “alla Chopin”, il Capriccio di Bravura in la maggiore.

Seguirà la performance del Trio Clementi che annovera Vanessa Grasso (clarinetto),  Chiara D’Aparo (violoncello), Giulia Russo (pianoforte) che eseguiranno due composizioni di Gaetano Corticelli: il Gran Trio n.3 dall’op. 63 “Genere Religioso” e “Pensieri di Bellini”, op. 55, riscoperto proprio da questo ensemble tutto femminile che prende il nome dal musicista Aldo Clementi.

Interessante il dettaglio del programma che nella prima parte pone in evidenza il più voluminoso degli strumenti ad arco. Quella di Bellini e il contrabbasso è invero una storia mai scritta. Ma il Bic, nella sua configurazione di contesto culturale aperto ai dintorni della produzione belliniana, coglie l’occasione per raccontarne altre di storie, parallele anzi affini, come quella di un Ottocento musicale gravido di attenzioni per gli strumenti gravi della sezione degli archi, il rarissimo ottobasso e, per l’appunto, il contrabbasso. Quest’ultimo deve la sua fortuna ad alcuni strumentisti, didatti e compositori di quel secolo lungo in cui viene inserito a pieno titolo nelle formazioni cameristiche – prima di diventare elemento cardine in ambito jazz – addirittura protagonista della drammaturgia di Patrick Süskind, nel 1980.

Bolognese, allievo di Stanislao Mattei, Gaetano Corticelli (1804-1840) faceva parte del novero degli estimatori del Catanese. Nominato sin dal 1821 accademico filarmonico nella sua città, si dedicò prevalentemente alla composizione e a qualche sparuta apparizione come pianista: tra queste, si ricorda il concerto in cui accompagnò Maria Malibran nell’accademia tenuta l’11 marzo 1835 alla Società del Casino della città felsinea. Autore particolarmente fecondo di musica da camera edita per i tipi dell’editore Ricordi, scrisse fantasie e variazioni su temi di Donizetti, Rossini, Mercadante, Pacini, Ricci e altri autori francesi, ma soprattutto dell’amatissimo Bellini, fonte di ispirazione per i suoi lavori cavati dalla Sonnambula, Norma e I Puritani.

Il suono grave, pieno e vigoroso del contrabbasso viene esaltato dalla temperie romantica: così sarà grazie a Giovanni Bottesini (1821-1889), il “Paganini del contrabbasso”, artista dalla carriera strabiliante in Europa come nelle Americhe. A una copiosa produzione melodrammatica, che si snoda dal 1848 al 1880, l’artista affianca un cospicuo catalogo dedicato alla produzione strumentale, incline a frequenti aperture e a un esotismo ormai incipiente. Ma è il contrabbasso lo strumento d’elezione, cui dedica costanti attenzioni nel tessere un rapporto con i maggiori successi del palcoscenico lirico. Rossini con il suo Barbiere di Siviglia, Verdi con Il trovatore e Donizetti con Lucia di Lammermoor contano tra i titoli più intriganti dei suoi cicli di parafrasi e variazioni: in cui si stagliano come autentiche gemme quelle dedicate alla Sonnambula e a Beatrice di Tenda, irrinunciabile tributo al melodismo belliniano.

Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21. L’ingresso è libero fino ad esaurimento di posti. Info: www.bellinicontext.it e www.visitsicily.info

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