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«Ogni giorno a Catania due commercianti chiudono»

Il direttore Politino: «Nel 2014 le cessazioni di impresa hanno superato le iscrizioni. alla Camera di Commercio, un anno fa il saldo era stato positivo»

CATANIA. «Crisi». Tradotto in cifre — come ieri ha fatto Confesercenti — significa, ad esempio, che alla Camera di Commercio le cessazioni di impresa superano le iscrizioni. Allarmante il dato del 2014, aggiornato a fine dicembre e quindi estremamente indicativo: a Catania e provincia, sono «nate» 6 mila e 100 ditte mentre 6 mila e 630 hanno chiuso. «Un saldo passivo di 620 unità, rispetto all’attivo di 15 unità registrato nello stesso periodo del 2013», commenta sconfortato il direttore dell’organizzazione di categoria, Salvo Politino. E aggiunge: «Questo territorio continua a mostrare alta dinamicità imprenditoriale, ma preoccupa il tasso di mortalità delle imprese. Rispetto al 2013, infatti, aumentano di 150 unità le iscrizioni ma soprattutto crescono di 785 unità le cessazioni. A Catania città, peraltro, più di 2 commercianti al giorno hanno definitivamente tirato giù le saracinesche».

«Il nostro sistema produttivo resta in fase di stagnazione», commenta ancora Politino che sollecita misure «per far ripartire il mercato interno, dal cui rallentamento dipendono le sorti di tante nostre imprese, e per sostenere il coraggio e le aspirazioni di tante persone, soprattutto giovani, che vorrebbero mettersi in proprio». Analizzando settore per settore, sono molte le ombre e pochissime le luci. Non soffre solamente il commercio che conta 822 cessazioni, 108 in più rispetto al 2013. Stando al rapporto Confesercenti, infatti, l’industria registra 207 nuove imprese — 65 in meno rispetto al 2013 — e 372 imprese cessate, mentre in agricoltura il saldo segna un «meno 424 imprese». Male anche il turismo, perché sono 251 le «nascite» e 335 le cancellazioni.

 

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