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Crisi delle aziende edili, a Catania il 30% ha chiuso

L’analisi è stata effettuata prendendo in esame gli ultimi sette anni. Il segretario Giovanni Pistorio: «Il numero degli addetti del settore ha avuto un calo del 50 per cento»

CATANIA. Crisi edilizia. Fillea Cgil diffonde i dati raccolti dal 2007 al 2014. In sette anni hanno chiuso a Catania quasi il 30% di imprese edili. E quelle ancora in attività non sono operative per mancanza di commesse. Ridotto di quasi il 50% il numero degli addetti, tanto da incidere sulla massa retributiva, scesa del 57%.

Scompaiono le professioni artigianali come quella degli scalpellini, legata prevalentemente al recupero di edifici storici che, sebbene con qualche eccezione, è sparito del tutto per via della crisi che scoraggia condòmini e proprietari ad affrontare costosi interventi straordinari di manutenzione delle facciate dei palazzi. A fornire la dolorosa radiografia dello stato di salute dell’edilizia a Catania è il neo segretario generale della Fillea Cgil di Catania, Giovanni Pistorio che, insieme al gruppo dirigente del sindacato dei lavoratori edili, lancia anche alcune proposte. “Peggiore – commenta Pistorio - è solo il depauperamento della qualità dell’artigianato ed il graduale estinguersi di molte attività specifiche della professione che erano tipiche del nostro territorio e che lo caratterizzavano professionalmente e socialmente. Scomparse, di conseguenza, intere comunità che in varie zone della città si riunivano quotidianamente per socializzare, scambiarsi esperienze e conoscenze”.

Fillea punta l’obiettivo sulla Variante generale del Centro storico, occasione occupazionale che potrebbe contribuire a invertire la tendenza. Spiegano Pistorio e i dirigenti Fillea: “L’incidenza di manodopera per molti di questi interventi potrebbe superare il 20% del capitale investito, e potrebbero rinascere, formando giovani apprendisti, professioni che stanno estinguendosi (scalpellini, decoratori, stuccatori, restauratori dei tetti in paglia, addetti alle capriate, etc) e con loro, anche antiche abitudini e tradizioni sulle quali è possibile favorire il riconsolidamento della coesione sociale. Catania, patria di tante migrazioni dai comuni dell’entroterra, si è infatti arricchita nei decenni scorsi del know-how di tanti artigiani giunti in città per via del loro mestiere e della loro competenza".

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