CATANIA. «L'incessante moria di imprese che non si arresta neanche nel 2016: dopo anni terribili, come il 2014 e il 2015, i dati del primo trimestre non sono molto più confortanti, nonostante qualche segnale di ripresa, ancora poco rilevante». Lo rileva la Confesercenti di Catania sottolineando che «nei primi 90 giorni dell'anno la città ha perso complessivamente 100 attività commerciali».
Nonostante siano nate 114 imprese, infatti, 214 hanno abbassato le saracinesche: 27 di abbigliamento, 6 di commercio di frutta e ortaggi, 29 ambulanti. Non va meglio nella provincia, dove il saldo negativo è di 347 attività commerciali. Meno 40 di abbigliamento, - 12 commercio di frutta e - 48 ambulanti. Situazione leggermente diversa dal 2015 quando il saldo era 147 in città e - 462 in provincia. Anche l'industria non riesce ad invertire il trend. Per 11 nuove aziende, 23 hanno cessato di esistere. In provincia il saldo negativo è di 42, con 48 industrie nate e 90 chiuse. Piccolo miglioramento nell'edilizia. Da un saldo negativo del 2015 (- 25), in città nel 2016 si è passati a -15: 13 le imprese di nuova costituzione
contro 28 cessazioni. In provincia il dato è più eclatante: per 90 nate, 205 morte con un saldo di -115.
«Camminando per le vie centrali della città non si può non notare come attività storicamente fiorenti hanno dovuto arrendersi: dal fruttivendolo, al panificio, del piccolo negozio di alimentari - osserva con rammarico Salvo Politino, direttore di Confesercenti Catania - i piccoli imprenditori hanno dovuto soccombere alla grande distribuzione, al dilagare di centri commerciali decentrati, all'abusivismo e al lavoro sommerso».
Tuttavia per Politino non si deve cedere al pessimismo: Politino auspica «una pianificazione attenta, non una strategia astratta, che nasca dal dialogo tra le parti produttive della città». «Confesercenti Catania continua a chiedere con forza - chiosa - una politica giusta e si impegna
da anni e sempre di più per rimettere in moto un sistema che possa consentirci di ripartire nell'interesse di coloro che rappresenta».
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