CATANIA. "ZeroCaporalato": è il marchio di qualità che la Uila di Catania proporrà alle aziende agroalimentari etnee per certificare produzioni realizzate nel rispetto delle norme a tutela del lavoro dignitoso.
«Così - spiega Nino Marino, segretario regionale e territoriale dell'organizzazione di categoria Uil - vogliamo dare concretamente seguito alla recentissima legge contro le nuove schiavitù nel settore agricolo».. L'iniziativa sarà sottoposta all'attenzione di Fai Cisl e Flai Cgil. «Siamo consapevoli - afferma Marino - che il fenomeno del caporalato e del lavoro nero è ancora massicciamente diffuso nel nostro territorio: riteniamo che il frutto del lavoro nero avvelena i lavoratori, le imprese, la società».
«Alle imprese - aggiunge il sindacalista -offriamo disponibilità al dialogo, al confronto, per avviare un percorso virtuoso che vada al di là e al di sopra dell'attività di repressione, pure necessaria. La malapianta ha radici diffuse, come dimostra pure il Rapporto Uil 2016 sui voucher che sono ancora incredibilmente poco utilizzati nel mondo agricolo a differenza di altri ambiti.
La Uila etnea, quindi, conferma il proprio impegno contro lo sfruttamento dei lavoratori e ricorda il numero verde anticaporalato 800974263, attivo ormai da anni, ma ritiene che sia anche tempo di esaltare e far conoscere le aziende sane del settore agroalimentare ai consumatori, ai cittadini. Per questo - sottolinea Marino - in collaborazione con l'associazione consumatori Adoc, lanciamo l'idea di un marchio ZeroCaporalato». Il segretario della Uila annuncia, infine, che «rivendicherà l'inserimento di regole anticaporalato nel rinnovo dei contratti collettivi provinciali per operai agricoli, florovivaisti e dipendenti di cooperative e consorzi».
Caricamento commenti
Commenta la notizia