CATANIA. «Il mese scorso il laboratorio di ricerca tossicologica Myrmex sarebbe potuto passare in mano a nuovi e qualificati proprietari, ma per motivi non ancora chiari agli interessati non sarebbe stato mostrato il laboratorio ma solo una planimetria. Inoltre, da un articolo di stampa on line sembra che il Cnr abbia nuovamente avanzato la possibilità di acquistare il laboratorio in un contesto speculativo che non terrebbe conto dei lavoratori». Lo affermano la Cgil e la Filctem Cgil di Catania in una nota firmata dal segretario generale della Camera del lavoro Giacomo Rota, da Margherita Patti e dai segretari Filctem Giuseppe D’Aquila e Giovanni Romeo, che chiedono chiarimenti su due fatti che «sconcertano i lavoratori».
Nei prossimi giorni Cgil e Filctem accompagneranno i lavoratori «verso una nuova stagione di protesta, a partire da un sit-in davanti all’ex palazzo del'Esa», dove alla Regione sarà chiesto di «sbloccare la trattativa e di impugnare la delibera regionale che prevede la possibilità che, una volta scaduti i termini di salvaguardia occupazionale, la Myrmex possa essere rivenduta al prezzo simbolico di un euro».
I sindacalisti dicono di essere venuti a conoscenza «del tentativo di trattativa di un imprenditore, Roberto Giusti, dell’azienda Prestafarma che opera in Tunisia, che avrebbe presentato all’amministratore Gian Luca Calvi una proposta congrua da prezzo di mercato», aggiungendo come risulti loro che Giusti, dopo aver preso appuntamento con Calvi per visitare l’immobile e aver preso un aereo da Istanbul, non è stato fatto entrare in laboratorio». Parlano anche di un articolo che «riporta la volontà del Cnr di acquisire il laboratorio sebbene in passato tale tentativo fosse stato bloccato dal Presidente della Regione, sottolineando come al Cnr era stato ricordato che sull'immobile «incombeva il destino dei lavoratori ed il vincolo della delibera regionale». «Lavoratori e sindacato - concludono - non accetteranno mai che la vertenza Myrmex si possa concludere con un’azione speculativa malgrado esista, e non solo in teoria, l’opportunità di rilancio del centro»
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