La Regione non paga parte dei lavori di costruzione di un palazzo nel quartiere Librino di Catania e ora l'immobile dovrà essere riconsegnato alla ditta esecutrice. L'immobile in question è un complesso residenziale dove vivono da molti anni uomini delle forze dell'ordine con le rispettive famiglie. A segnalare il caso è il Sunia, sindacato degli inquilini, di Catania.
La struttura, fino a poco tempo fa di proprietà regionale, venne edificata a Librino grazie a una legge regionale ( la l.r. 5 del 1985), che prevedeva lo stanziamento di 100.000.000.000 di lire per la costruzione di immobili, da edificare in luoghi ritenuti strategici, e da assegnare alle forze dell’ordine impegnate nella complessa lotta contro la mafia.
La Regione dovrebbe saldare alla ditta esecutrice dei lavori, la Fasano Costruzioni, più di 445mila euro (445.749,30 euro), che corrispondono a circa il 15% dell’importo totale. L'azienda ha quindi citato in giudizio l'amministrazione regionale, che "per l’inadempienza contrattuale concretizzata", è stata condannata alla restituzione dell’immobile e al pagamento di 1.600.000 euro, che corrisponde al lucro mancato.
"Quell'immobile doveva rappresentare l’icona della legalità nel quartiere, - dove il segretario generale del Sunia di Catania, Giusi Milazzo - il simbolo della legge, la prova che le istituzioni quel luogo non l’avevano mai abbandonato. Oggi, dopo 5 anni di battaglie, riunioni, interrogazioni parlamentari, servizi giornalistici e televisivi chiediamo al Presidente Nello Musumeci e al Presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava, un incontro per porre fine ad un’incredibile vertenza".
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