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Elisuperficie di Bronte, si va verso l'apertura

A Bronte, l’elisuperficie dell’ex Provincia di Catania, da quattro anni attende l’atterraggio degli elicotteri. Costata 311.942,72 euro, è stata collaudata ad agosto 2015 e vandalizzata l’anno dopo. Due anni fa il sindaco metropolitano Enzo Bianco ne ha autorizzata la cessione al Comune ma, danneggiata e senza autorizzazione per il volo notturno, il sindaco Graziano Calanna non la vuole.

Il primo progetto dell'elisuperficie in contrada Sciara Sant’Antonio risale a 15 anni fa (sindaco Turi Leanza). Il sito, più volte spostato, aveva ottenuto l’ok dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Catania nel 2011 (sindaco Pino Firrarello), poi il progetto lo ha portato avanti la Provincia di Catania (presidente Giuseppe Castiglione) che lo ha cofinanziato con 87.500,40 euro, gli altri 400mila arrivano a ottobre 2012 dai fondi europei gestiti dalla «Regione Siciliana - Dipartimento regionale di Protezione civile».

Nel 2014, un altro passaggio in consiglio comunale a Bronte ha consentito alla Provincia (commissario il prefetto Giuseppe Romano) d’appaltare l’opera, che il 6 agosto 2015 è stata collaudata, resa pronta per il volo diurno e l’anno dopo rovinata da vandali e roditori. In queste condizioni, un decreto del sindaco metropolitano del 12 settembre 2017 ne ha proposto la cessione al comune di Bronte.

Di recente, il vice Gaetano Messina ha ricordato che «in quel periodo la custodia era compito dell’ex Provincia» e
il sindaco Calanna ha precisato: «Il Comune non poteva prendere in consegna un’infrastruttura vandalizzata, non funzionante e senza autorizzazioni per il volo notturno».

Di questa struttura ha riparlato il 28 novembre 2018 in Consiglio l’allora consigliere Antonio Leanza, su input del presidente del «Centro studi azione sviluppo locale», Giuseppe Gullotta. Qui, il capo ufficio tecnico del Comune, Salvatore Caudullo, ha confermato la ricezione della proposta di comodato del 2017, due settimane dopo il vice sindaco ha precisato che prima servivano «pareri e collaudi che il Comune non può chiedere».

Trascorsi altri sei mesi, sull’argomento sono tornati i consiglieri Giuseppina Ruocco, Davide Russo e Rosario Liuzzo. Il vice sindaco Gaetano Messina, l’assessore Giuseppe Di Mulo e il geometra Angelo Spitaleri (ritratti nella foto da sinistra) si sono recati sull’elisuperficie, poi Messina ha chiesto un sopralluogo alla Città metropolitana, che di recente ha inviato l’ingegnere Salvatore Raciti. Sostiene Messina: «La Città metropolitana si è resa conto anche di una serie di infrastrutture, previste nel progetto, ancora da realizzare. Per farlo servono risorse che l’ingegnere Salvatore Raciti, dopo un colloquio con il responsabile dell’Ufficio Ragioneria del Comune, ha individuato nel 5% della Tari che ogni anno versiamo per legge alla Città metropolitana».

Il tributo, di circa 165mila euro, l’ex Provincia lo può spendere per lo «smaltimento dei rifiuti, il rilevamento, la disciplina ed il controllo degli scarichi e delle emissioni e la tutela, difesa e valorizzazione del suolo» (articolo 9, legge 504/1992). «Il Comune può solo anticipare le somme - ha concluso Calanna -. Adesso che sono certe procedure e competenze faremo il possibile per chiudere l’iter in tempi brevi».

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