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Coronavirus a Catania, i sindacati: "Più controlli nei centri commerciali"

Preoccupa l'aumento dei contagi in Sicilia. E maggiore attenzione è richiesta nei luoghi dove vi è un elevato rischio di assembramenti, come il caso dei centri commerciali. A focalizzare l'attenzione sulla problematica le sigle sindacali Cgil e  Filcams Cgil di Catania che si dichiarano "preoccupate per l’incremento dei contagi da Covid 19 sul territorio e ciò non può non investire anche i frequentatissimi centri commerciali del Catanese", e con una lettera firmata dai segretari generali Giacomo Rota (Camera del lavoro) e Davide Foti (categoria dei lavoratori del commercio, servizi e turismo) inviata a tutti i Centri commerciali di Catania e provincia, nonchè alla Prefettura e all’Asp, chiedono "in maniera urgentissima di applicare tutti gli strumenti di prevenzione e controllo previsti dalle normative e i protocolli".

Nella lettera inoltre, Rota e Foti segnalano "il mancato controllo delle temperature agli ingressi tramite personale addetto alla misurazione, una mancata sorveglianza per il corretto utilizzo dei DPI e il mancato rispetto delle disposizioni normative per il distanziamento sociale con la conseguenza di sovraffollamento durante i fine settimana".

Filcams e Cgil sottolineano inoltre che se le misure idonee non saranno attivate, "sarà formalizzata una regolare denuncia presso gli organi competenti e presso la Procura della Repubblica". La lettera è stata inviata a "Porte di Catania" in località Gelso bianco, al "Centro Sicilia" in contrada Cubba a Misterbianco, al "Katane" di Gravina di Catania, a "Etnapolis" di Belpasso, a "Zagare" e a "I Portali" di San Giovanni La Punta e a "Le Ginestre" di Tremestieri etneo.

"In queste ore di incremento dei contagi è necessario più che mai avere a cuore la sicurezza dei lavoratori e dei clienti. Abbassare la guardia proprio adesso significa non volere guardare al destino commerciale della città, oltre alla salute di coloro che ogni giorno rischiano il contagio a causa del contatto continuo con il pubblico - spiegano Foti e Rota - Non siamo disponibili ad attendere nè a cercare compromessi. Con la salute pubblica e privata non si scherza".

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