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Vertenza Pfizer a Catania, proclamati cinque giorni di sciopero

I rappresentanti sindacali Rsu di Uiltec Uil insieme con Filctem Cgil e Ugl Chimici, hanno proclamato dalle 22 del 3 marzo allo stesso orario del giorno successivo alla Pfizer di Catania. Lo affermano i segretari generali di Uil e Uiltec Catania, Enza Meli e Alfio Avellino. «Ci auguriamo - aggiungono - che il 3 febbraio la Pfizer vorrà finalmente svelare quel piano industriale da noi sollecitato ormai da troppo tempo. Nessuno può restare indifferente dinanzi all’allarme delle lavoratrici e dei lavoratori sulla sorte dello stabilimento catanese, alimentato anche dal lungo e incomprensibile silenzio dell’azienda che ha fra l’altro accuratamente evitato ogni occasione di confronto sulle nostre proposte di modifica delle produzioni e la possibile valorizzazione del sito in impianto di eccellenza per la lotta al Covid. Noi non siamo rimasti e non rimarremo alla finestra, mentre aspettiamo sempre che i governi nazionale e regionale prendano autorevolmente e decisamente posizione nella consapevolezza dell’importanza strategica di Pfizer per il nostro territorio».

«Ancora una volta - concludono Enza Meli e Alfio Avellino - rivendichiamo che il colosso del farmaco destini gli incrementi di fatturato per progettare e creare futuro anche nella nostra Isola. Servono investimenti in nuove linee produttive, non solo anti-Covid, perchè Catania al centro dell’area mediterranea possa ancora assicurare un contributo importante nelle sfide presenti e future a tutela della salute pubblica». La protesta del 4 marzo interesserà tutto il personale dello stabilimento cittadino, con contratto a tempo determinato e indeterminato, turnisti e non. Nel documento di proclamazione dell’iniziativa sindacale, gli Rsu ricordano la «volontà espressa dai lavoratori in assemblea» e sottolineano «la preoccupazione per non avere ricevuto risposte alle domande circa il piano dei necessari e indispensabili investimenti da effettuare nel sito catanese per il mantenimento e la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e indiretti».

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