C’è un Sud che dimostra di poter correre più veloce del resto d’Italia: è quello delle medie imprese industriali del Mezzogiorno. L’87% di queste ambasciatrici del capitalismo familiare conta di chiudere quest’anno con un aumento di fatturato (contro il 76% di quelle del Centro Nord) e il 92% prevede aumenti delle esportazioni (contro l’81%).
È quanto emerge dall’ultimo rapporto «I fattori di competitività delle medie imprese del Mezzogiorno: il ruolo dei «capitali strategici» realizzato dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere e presentato a Catania.
Si tratta di una realtà produttiva composta da appena 361 imprese che realizzano complessivamente il 12,6% del valore aggiunto manifatturiero totale dell’area. In Sicilia se ne contano una quarantina con fatturato aggregato pari a 1,8 miliardi di euro e una forza lavoro di oltre 4.500 unità.
Queste imprese guardano anche al futuro con maggiore ottimismo: il 40% prevede un aumento significativo della propria quota di mercato (contro il 22,9% delle altre aree d’Italia). Anche per questo motivo, sei medie imprese del Mezzogiorno su dieci investiranno in digitale e green, proseguendo il cammino intrapreso tra il 2020 e il 2022 o con nuovi investimenti entro il 2025.
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