Un pane dallo scarso valore calorico, composti bioattivi, realizzato con scarti di lavorazione di agrumi, arance e limoni. Potrebbe arrivare presto sulle tavole il primo pane di grano duro arricchito di fibre di agrumi, risultato di una ricerca condotta dal Crea (centri di Cerealicoltura e Colture Industriali e di Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura) e dal Dipartimento 3A (Agricoltura, alimentazione e ambiente) dell'università di Catania.
«La farina si ottiene dopo la lavorazione del “pastazzo”, un sottoprodotto della lavorazione degli agrumi che attualmente è solo un costoso rifiuto - spiega il professore di Tecnologia alimentare, Biagio Fallico -. Dopo lavaggi ed essiccazione di buccia, polpa e semi si ottiene un prodotto ricco di fibre e di altre sostanze tipiche degli agrumi che arricchiscono il classico pane di semola, con una percentuale che va dal 2 al 6,5%. Il costo sarebbe di poco superiore al pane integrale e, quindi, potrebbe essere commercializzato nelle normali reti di vendita».
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