CATANIA. Il Consiglio comunale ha appena ricevuto il bilancio e già si trova a doverlo approvare. Una corsa a ostacoli che comprende pure la recentissima ”grana” da 10 milioni di euro, segnalata dai revisori dei conti nelle note finali della relazione sul preventivo.
Con una nota del 17 dicembre, infatti, uno studio legale cittadino ha ricordato l’esistenza di «titoli giudiziari esecutivi per indennità espropriativa» che ammontano, appunto, a circa 10 milioni. I creditori accettano il pagamento «a rate» fra il 2016 e il 2018, ma è necessario che Palazzo degli Elefanti versi un acconto di 300 mila euro «entro il mese di dicembre». Questa cifra dovrà ora essere individuata dall’assemblea cittadina che, quindi, è chiamata a correggere i conti già a partire dalla seduta del 29.
Cresce la tensione. Il presidente della commissione Bilancio, Enzo Parisi, si sfoga: «Fare il consigliere in queste condizioni non ha senso. Se non si cambia, meglio rimettere il mandato». Ieri, intanto, lui e gli altri colleghi della Prima commissione si sono incontrati con i revisori: «Hanno dato parere favorevole — commenta il presidente Parisi — ma ciò non chiude il capitolo, perchè mancano parecchi documenti. Restano, peraltro, le perplessità dei revisori, note ormai da tempo e in parte sottoscritte dalla Corte dei conti che il primo dicembre ha notificato al Comune un’ordinanza intimando formalmente di rispondere a dieci punti entro 45 giorni. In caso contrario la magistratura contabile sarebbe costretta a chiedere che venga dichiarato il dissesto del Comune».
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