L’ex consigliere di FI al Comune di Catania, Riccardo Pellegrino, ha reso noto di avere citato il presidente della commissione Antimafia, Claudio Fava, davanti al Tribunale civile di Catania per diffamazione, chiedendo un risarcimento superiore ai 100mila euro.
Al centro della citazione le dichiarazioni rese da Fava, da candidato alla Regione Siciliana nel 2017, poi eletto, su Pellegrino, anche lui candidato all’Ars, ma non eletto. Nelle sue dichiarazioni riportate nell’atto di citazione l’esponente del movimento Centopassi, ricordava che il ricorrente è "fratello di Gaetano Pellegrino... considerato il boss di riferimento della 'famiglia' dei 'Carcagnusi" e che "il padre e il nonno di Carlo Mazzei amico di Pellegrino sono entrambi al 41bis e considerate colonne portanti di Cosa nostra in Sicilia".
E’ ricostruito anche l’incontro a Livesicilia a Catania tra Riccardo Pellegrino e Carmelo Mazzei e la redazione, ripreso dalle telecamere della guardia di finanza avvisata dai giornalisti. Il legale di Riccardo Pellegrino, l’avvocato Grazia Romano, nella citazione sottolinea che "la vita e l’attività" del suo assistito "nulla hanno a che vedere con le vicende giudiziario del fratello".
Che il ricorrente "è incensurato" e che l'inchiesta per voto di scambio politico-mafiosa in cui era indagato è stata "ampliamente archiviata dal Gip su richiesta della Procura". Che Carlo Mazzei, "amico d’infanzia, è incensurato e ha intrapreso la strada del sacerdozio" e Riccardo Pellegrino "non è uomo di mafia, non appartiene ad alcuna famiglia mafiosa, non ha ricevuto alcuna imputazione per fatti di mafia, mai ha avuto contatti con pregiudicati".
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